giovedì, aprile 05, 2007

DICO- VIII^ parte - lettera C)



La situazione in Europa
dove esistono Paesi concordatari e Paesi separatisti in cui vigono leggi che riconoscono, oltre alla c.d. “famiglia tradizionale”, altre forme di convivenza riconosciute e tutelate per legge, in quanto a diritti e doveri, tanto da essere del tutto equiparate a quella che la nostra Costituzione definisce come “famiglia naturale”
- BELGIO e la “convivenza legale” del 1998: l’unico matrimonio avente nello Stato effetti civili è solamente quello celebrato civilmente mentre quello religioso non solo non ha alcuna efficacia legale ma deve necessariamente seguire il primo. Nel 1998 venne approvata la Legge sulla “convivenza legale” il cui unico presupposto giuridico per essere legalmente riconosciuta era la presentazione di una dichiarazione scritta da entrambi i conviventi al comune di residenza.
Il 16 maggio 2002 è stata approvata la legge sull’EUTANASIA, il 31 gennaio 2003 quella relativa al matrimonio tra le persone dello stesso sesso ed il 24 aprile 2006 anche quella che consente a queste ultime di adottare dei bambini.

- DANIMARCA e la “partnership registrata”:
la religione nazionale è quella luterana, la regolamentazione giuridica delle coppie di fatto esiste da sempre così come quelle delle coppie dello stesso sesso che viene registrata con valore legale in appositi registri eguali a quelli del nostro “stato civile”. Dal 2006 la già vigente legge per l’inseminazione artificiale è stata estesa anche alle donne single ed a quelle dedite al culto di Lesbo.

- FINLANDIA e l’equiparazione totale di tutte le coppie: le due religioni predominanti sono la luterana – religione di Stato – e la ortodossa e non esistono differenze tra coppie sposate – civilmente – e quelle di fatto, indipendentemente dal sesso dei due componenti.

- FRANCIA ed i “Patti civili di solidarietà” : la separazione tra Stato e Chiesa è nettissimo tanto che l’esposizione in luoghi pubblici di simboli religiosi è vietata espressamente da un articolo della Costituzione (art. 28) con eccezione dei luoghi di culto, cimiteri, musei ed altri luoghi nei quali questi simboli abbiano un significato coerente all’uso dei locali. Così come in Belgio è solo quello celebrato civilmente il matrimonio avente effetti civili e quello religioso deve avvenire solo dopo: il matrimonio religioso celebrato prima di quello civile comporta una penalità per il prete celebrante. Non esiste alcun finanziamento statale né, a scuola, alcun tipo di insegnamento religioso. Il 13 ottobre 1999 il Parlamento francese ha approvato i PACS quale patto civile di solidarietà che riconosce e regola tutti i rapporti intercorrenti tra le “coppie di fatto”, siano esse formate da eterosessuali che da persone dello stesso sesso.

- GERMANIA e la “convivenza registrata”: anche in questa Repubblica federativa è dalla legge riconosciuto solamente il matrimonio civile, pur essendo i rapporti con la Chiesa regolati da un Concordato, e quello religioso deve seguire, pena punibilità del celebrante, al primo, l’unico ad avere effetti civili. In data 17 luglio 2002, come abbiamo già anticipato in una delle precedenti puntate, la Corte Costituzionale federale ha sancito la costituzionalità della Legge sull’Unione per la Vita che ricomprende anche le unioni tra persone dello stesso sesso con la condizione sine qua non che sia stata registrata davanti un ufficiale di stato civile.
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- LUSSEMBURGO ed i “Patti civili di solidarietà”: ricalca pedissequamente la Francia.
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- PAESI BASSI: e “l’impegno dei partner alla fedeltà e convivenza”: la loro Costituzione del 1983 prevede completa parità tra le convinzioni religiose e quelle non religiose; ne discende che l’unico matrimonio riconosciuto per ogni effetto di legge è solamente quello civile mentre quello religioso segue il primo senza avere però alcun effetto giuridico. Le coppie di fatto, comprese quelle non eterosessuali, sono riconosciute da tempo e dal dicembre 2000 queste ultime possono addirittura contrarre matrimonio. Nel corso degli ultimi anni, dopo varie discussioni è stata approvata la legge che riconosce la pratica della “eutanasia”.
Alcuni europarlamentari hanno proposto al governo di chiudere la loro ambasciata presso la Città del Vaticano.
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- REGNO UNITO ed il “Civil Partnership Act”: di religione anglicana, che già riconosceva giuridicamente le coppie di fatto eterosessuali sposate dal 2005 ha ammesso anche i matrimoni civili tra persone dello stesso sesso nonché la loro possibilità di adottare bambini.

- SPAGNA ed “il Patto di convivenza” mutuato dalle comunidades autonomas
: ci siamo già soffermati sulla situazione spagnola ma per completezza di trattazione ripetiamo che nel 2005, sotto il governo Aznar, vennero riconosciute le coppie di fatto eterosessuali e solamente successivamente , durante quello retto da Zapatero, il matrimonio civile fu ammesso per legge anche per le coppie aventi lo stesso sesso già riconosciuto in Catalogna.

- SVEZIA ed il “Patto dichiarativo”:
dopo aver riconosciuto e protetto per legge le coppie di fatto eterosessuali anche quelle “gay” hanno ottenuto pari dignità attraverso la registrazione di un patto dichiarativo della loro unione; dal 2003 è stata data loro anche la facoltà di poter adottare
dei bambini.

Aggiungiamo che anche molte delle ultime nazioni entrate da qualche anno a questa parte nell’Unione Europea hanno di già introdotto da tempo nei loro ordinamenti giuridici alcune norme che riconoscono parità in tutti o solamente in alcuni diritti dei componenti di quelle coppie che, pur definite con termini diversi, vivono assieme; in alcuni Paesi questo riconoscimento alle “coppie di fatto” avviene subito dopo che i conviventi hanno espletato la formalità prevista dalla legge nazionale mentre, in altri, solamente dopo che dal momento del compimento dell’atto costitutivo ufficiale da parte della coppia sia trascorso un certo numero di anni che, in generale, non vanno oltre i tre.

Potrebbe essere a questo punto oltremodo interessante il verificare quale siano le motivazioni di una esplosione, come numero, in Italia di questi tipi di convivenza rispetto al passato ma, in questa sede, non è il caso; semmai ci si potrà ritornare su non appena l’ISTAT ci fornirà dei dati più aggiornati, atteso
quelli più recenti risalgono al dicembre 2000. E’ tuttavia interessante citare alcuni di questi dati, seppur non del tutto indicativi della nostra situazione attuale per essere, nel frattempo, trascorso più di un lustro.

COPPIE di FATTO eterosessuali

Nel 1996 erano 227.000 mentre nel 2006, sulla base di stime basate sul trend positivo, il numero parrebbe lievitato sino a raddoppiare il dato ufficiale del 1996, essendo stata stimata una crescita sino al numero di 555.000 unioni di fatto.
Quali siano le cause è per adesso difficile da precisare nel nostro discorso sui DICO perché andrebbe preliminarmente eseguita una approfondita analisi dei mutamenti socio-economici della nostra società manifestatisi nell’ultimo decennio, considerando, in aggiunta, l’esistenza di una forte sperequazione tra Nord, Centro e Sud per la diversità sia delle percentuali di occupazione che della contrazione del numero delle nascita.
In ogni caso l’Istat, con dati dicembre 2000, ci informa come dei 893.000 matrimoni celebrati solo il 4,6 % è stato preceduto da una convivenza; tuttavia giova osservare come, tenuto conto che:
a- delle persone sposate ante 1998 solamente il 2, 5 % ha convissuto prima di passare a nozze;
b- in questi ultimissimi tempi hanno convissuto prima del matrimonio il 12,8 % delle coppie;
si ben comprende il forte e radicale cambiamento dei costumi avvenuto in Italia in meno di dieci anni.
Se ne può dedurre che il fare oggi una stima numerica dell’esistenza sul nostro territorio di oltre 150.000 coppie di fatto eterosessuali non sia un azzardo.
Se a queste coppie poi andiamo ad aggiungere chi, raggiunta una certa età e rimasta sola, convive con altra persona per una specie di “ reciproco mutuo soccorso”, allora il numero va ad aumentare a dismisura perchè, a causa di una politica imprevidente, oggi persiste una carenza allarmante di posti presso le strutture pubbliche destinate ad accogliere in via permanente un anziano affinché possa vivere gli ultimi anni della sua vita con quella tranquillità derivante dalla assistenza medica ed umana; ogni tanto si fa libero un posto ma i destinati al subentro sono alle volte anche centinaia. Anche nelle strutture rette da religiosi i posti sono rari e, comunque, anche con il sostegno dei contributi regionali fanno fatica ad andare avanti per la qual cosa sono costrette a richiedere rette alquanto alte o comunque non rientranti nelle possibilità economiche di coloro che vivono con pensioni modeste se non addirittura da fame e non tutti i comuni hanno spesso i fondi per integrare con il loro intervento il pagamento di queste rette.

Dobbiamo lasciare queste coppie formate sia da giovani ma anche da molti anziani senza alcun diritto ?

Ma allora direte voi cosa si può fare in proposito se il Concordato non può essere abrogato neanche con un referendum popolare perché trattasi di un accordo internazionale, se il Parlamento ha i suoi problemi con i DICO SI o DICO NO sia a causa delle invasioni di campo vaticane che con le loro quinte colonne – adesso le chiamano teo-con – appoggiandosi l’un l’altro vicendevolmente, cercano di rendere vane tutte le iniziative per la doverosa regolamentazione da parte dello Stato, in applicazione del principio costituzionale dell’eguaglianza di tutti i cittadini, di situazioni riguardanti questi ultimi che sino ad oggi si sono visti discriminare proprio da coloro cui incombeva invece l’obbligo giuridico di tutelarli.

Io una soluzione posso prospettarla.

Nella denegata ipotesi che la legge sui DICO non venisse approvata dal nostro Parlamento, prevalendo il

NON POSSUMUS

del Papa re e dei suoi cardinal serventi, l’unico mezzo che ci resterebbe, nell’impossibilità di discuterne senza pregiudizi e veti apodittici
è
la replica moderna di un passato evento storico:
aprire un’altra breccia a Porta Pia.

PER
REPLICA INCRUENTA
DELLA PUNTATA
di
PORTA PIA n.
2

Cercasi
VOLONTARI BERSAGLIERI
No
SCANSAFATICHE
PERCHE C’E' DA CORRER MOLTO E VELOCEMENTE




CANTANDO ASSIEME LA NOSTRA CANZON

Alla fronte il cappello piumato,
il miraggio di Roma nel cuor,
bersagliere, d'Italia soldato,
canta l'inno del fiero valor!

Anche se ritengo inevitabile che i DICO diverranno legge anche in Italia, prima o poi; quanto prima o quanto poi dipenderà dagli elettori, cioè dal popolo italiano e non da quello della Città del Vaticano.

Almeno ci si augura e si spera.
FINE

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