domenica, aprile 22, 2007

Per non dimenticare

Il risveglio dell’ITALIA


ALLE FRONDE DEI SALICI

"E come potevano noi cantare.
Con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento".

lirica d'apertura contenuta nell’opera poetica
Giorno dopo giorno
di

Salvatore Quasimodo
Premio Nobel per la letteratura del 1959

Anche le voci dei poeti, zittite da una sanguinosa e devastante guerra, da questa data in poi ripresero fiato,
dando libero sfogo ai racconti di tutte le crudeltà e gli eccidi avvenuti soprattutto nella nostra Italia.
Le cetre, appese silenti ai rami dei salici nel corso del conflitto mondiale,
ricominciarono a suonare anche se la loro musica fu all’inizio un insieme di marce funebri in onore di quanti persero la vita combattendo e resistendo alle barbarie nazi-fasciste.
Perchè le future italiche generazioni potessero vivere libere in un Paese libero per sempre.

LA MEMORIA DEL PASSATO E’ LA RADICE DEL DOMANI


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