lunedì, giugno 25, 2007

Il girotondo della politica


IL MAPPAMONDO della POLITICA ITALIANA

Non è molto difficile identificare la politica italiana in un mappamondo diviso a metà in zone ad alta densità di partiti e, quindi, di politici con il loro relativo codazzo di sostenitori, i cui confini sono alle volte molto sfumati.
Un mondo questo che un tempo era popolato da persone aventi alcuni ideali che furono posti, alla stregua di fondamenta indistruttibili, alla base di ogni proprio programma politico; ideali che erano stati raccolti e maturati nelle menti e nel cuore da intere popolazioni in quanto frutto di lotte di indipendenza, di insurrezioni contro vere e proprie tirannie che dominavano da secoli l’intero pianeta terrestre.
Popoli oppressi da poche persone le quali attribuivano il loro potere al volere divino, non solamente allora ma anche adesso.
E’ pur vero come questi ideali venissero poi tradotti in proposte politiche
concepite al fine di porre rimedio a disuguaglianze tra cittadini, ad arbitri di ogni sorta che vessavano sempre e da sempre la parte più debole di ogni società; era un vero e proprio campionario di idee che avrebbero dovuto apportare alla parificazione sociale di ogni membro dello Stato di appartenenza.
C’era una netta distinzione tra la c.d. destra e la sinistra; vie di mezzo non ce ne erano in quanto il distacco era allora quasi incolmabile anche per merito dei potentati di turno che avevano un certo tornaconto a tenere il popolo diviso e contrapposto perché solamente in tal modo potevano con una certa facilità governare a loro piacimento, senza alcuna seria e forte opposizione.

Chi andava a destra e chi a sinistra, a seconda delle idee e del censo.
Ma il mondo cambia e di questi cambiamenti l’Italia, ridotta a piccoli staterelli, stentò a giovarsi sino a quando alcuni patrioti, ritenuti a quei tempi “rivoluzionari” ed “estremisti”, parificati, a dirla breve, agli attuali “terroristi”,
trovarono la maniera di riunificare l’Italietta, abbattendo, purtroppo per poco tempo, i poteri sino ad allora dominanti.
Poi è storia di ieri ed è solo dopo quel sconvolgente cataclisma della seconda guerra mondiale che la nostra Italia divenne una democrazia repubblicana.
Due soli partiti, dopo varie scissioni ed accorpamenti, tennero fede ai loro principi fondamentali:
il P.C.I. e la D.C., nel cui seno però incominciarono ad imperversare correnti di varia tipologia.
Maturano i tempi ed arriviamo al caos di oggi nel quale, tra i partiti, prevalgono più gli interessi personali dei vari leaders che quelli fondamentali dei valori generali.
La politica, con i suoi partiti, partitini e liste “private” incominciano a girare attorno al mappamondo ed il cammino è talmente lungo, ma assai veloce, che incomincia a delinearsi un brutto coacervo di interessi che vanno a configurare nuovi orizzonti del tutto impensabili.
Prendiamo a riprova quanto accade oggi.
C’è un governo di multiforme composizione nel cui stesso interno esiste, per forza di cose, una maggioranza ed una opposizione – cose dell’altro mondo – ed un’opposizione anch’essa multiforme ma tenuta assemblata, sia pure con fatica, dal potere di una sola persona, capo di una Casa che della Libertà ha solamente lo slogan e null’altro.
Il governo ha nel suo interno, dicevamo, un gruppo chiamato “sinistra radicale” che, continuando a marciare di buona lena a sinistra della sinistra va, in definitiva a confondersi con la destra, con quella che, a conti fatti, dovrebbe costituire l’unica e vera opposizione.
La recente lettera dei 4 leaders a Prodi è di una inconcepibile ed infinita ignoranza politica perché ci sono modi e modi di risolvere le questioni interne ad un organo collegiale e non è certamente quello cui loro sono ricorsi il mezzo migliore che fa, per contro, l’interesse della destra e fa intendere come all’interno del governo vi siano forti dissensi tali da indebolirne l’immagine di fronte ai cittadini: proprio quello che garba a Berlusconi.
Forse accresceranno di qualche voto i loro partiti ma nel complesso ne perderà molti il resto della coalizione che ha voluti come ministri dei loro rappresentanti.
E qui saltano evidenti agli occhi di tutti gli interessi propri dei singoli 4 partiti.
Ma non è tutto perché c’è ancora qualcun altro che, giorno dopo giorno, pone minacciosi ricatti: esco, me ne vado..a Ceppaloni: vorrei vedere dove trova un altro che lo fa nominare ministro !
Già il Mastella, guardate che cosa ha combinato nelle recenti amministrative:

Con questo simbolo si è presentato in tutti i comuni, assieme alla DC, sia all’interno delle varie coalizioni che appoggiavano un candidato sindaco di centrosinistra che in quelle di centro destra a seconda delle probabilità di affermazione di una delle due compagini.
A Buccinasco (MI), città limitrofa a Corsico dove risiedo, abbiamo molte vie in comune sia pure con diversi nominativi, ha sbagliato previsione perché l’amministrazione comunale è passata al centrodestra.
Ma quale immagine di serietà politica fornisce agli elettori questo personaggio ?Forse era migliore il tempo in cui esisteva anche un partito che il suo fondatore, l'editore fiorentino Corrado Tedeschi, aveva voluto registrarlo come "PARTITO della BISTECCA" con il quale ebbe a presentarsi alle elezioni politiche del 1953?


Nessun commento: