sabato, settembre 15, 2007

La scuola italiana di ieri e di oggi ma....

TEMI – SONDAGGI

Per quanto ricordi, sin dai tempi in cui frequentavo le scuole elementari, specie nel secondo e terzo corso, i maestri e le maestre solevano dare agli alunni alcuni temi aventi lo scopo di conoscere meglio la famiglia di ogni bambino, i suoi usi e costumi, ecc..; insomma l’ambiente in cui viveva ed il suo tenore di vita.
Chi non ha fatto uno di questi temi ?
Parla dei tuoi genitori, della tua famiglia, cosa fate la domenica…..

A miei tempi la prima elementare consisteva nel cominciare a sillabare le parole: A a come amore, B b come Balilla, C c come coraggio, D d come dovere, E e come elmetto, F f come fucile, G g come Giovani d’Italia, H h come Hitler, I i come Italia, L l come lavoro, M m come Mussolini, e via di seguito.
Metà sillabario e poi abbecedario era un insieme di fasci littori, foto del Duce in divisa ed a torso nudo che mieteva il grano, le paludi pontine risanate, e motti, tra cui quello che ricordo di più era quello che rammentava di aprire le finestre o di andare in campagna perchè

ARIA, TERRA e SOLE
SONO LA TUA SALUTE

A farlo oggi, però, per merito del progresso acquisito anche attraverso procedimenti industriali nocivi, si rischia di morire asfissiato!

Come insegnamento dello scritto, mesi di aste e bacchettate sulle mani se non si riusciva a metterle giù dritte, nonostante i quadretti.
Spacciandolo per orale insegnavano Giovinezza, Faccetta nera e simili cacchiate.
Il sabato, come premio, il sabato fascista aveva lo scopo di addestrare il milione di baionette, secondo l’editto del capo in testa, era prevista la lezione di addestramento. Tutti in divisa, Figli della Lupa, Balilla, Avanguardisti e Giovani d’Italia, nel gran cortile della scuola, parlo della Morosini di Milano; chi la marinava, alle volte poteva anche accadere, non vi erano giustificazioni di sorta che potessero evitare un brutto giudizio sulla materia

EDUCAZIONE FASCISTA.

L’educazione di allora, sin dalla prima classe elementare, era la logica conseguenza dell’imperativo assoluto del motto fascista
CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE
E la mattinata di questo giorno della settimana, dopo varie prove di marcia,
distribuivano ai maschi, a seconda dell’età, tamburi, trombe e moschetti, anche a quelli che mettevano giù le aste storte che, in guerra, non avevano importanza alcuna.
Balilla trombettiere, tamburino, fuciliere.
Alle donne, dopo la loro settimanale marcetta, insegnavano a rammendare panni, vestiti e quant’altro fosse possibile rimediare prima di gettarlo nell’immondizia; eravamo in piena autarchia a seguito delle
SANZIONI
inflitte all’Italia, subito dopo la nostra invasione dell’Etiopia, ad opera della
Società delle Nazioni
con voto favorevole di 52 Stati Membri e 3 contrari
(Albania, Austria ed Ungheria)
in data 10 ottobre 1935
con decorrenza a far tempo dal 18 novembre dello stesso anno.

Oggi è tutto diverso, al primo corso delle elementari, per merito della Brichetto, in arte Moratti, e di Berlusconi, i bambini, quasi tutti, conoscono meglio l’inglese che l’italiano, sanno far di conto con le calcolatrici elettroniche se non addirittura con il cellulare o con il pc, quello senza i finale.
Eppure gli asini, non per colpa dei bambini ma dei politici che si curano della scuola, abbondano; aule uguali a stalle site in edifici pericolanti, dove d’inverno si muore di freddo a causa dei vetri rotti da cambiare ma non si può per carenze di fondi, in alcune ci piove addirittura dentro e l’unico rimedio per i docenti è quello di invitare gli alunni a portare da casa delle bacinelle.
Riforme su riforme, non ci si capisce più nulla, anche i 200.000 precari,
fonte
- Associazione per la Difesa dei Lavoratori Invisibili - (ADLI) –
- darei un premio a chi ha coniato una siffatta sigla- ,
che insegnano da una vita incominciano a dare segni di impazienza.
In alcune regioni è difficile riuscire a far parlare e scrivere in italiano, imperando il dialetto del luogo, ed il massimo risultato che si possa raggiunge nei primi anni scolastici è quello di un italiano frammisto a parole dialettali; come nel caso qui sotto riportato, errori grammaticali, di sintassi e strafalcioni a parte.
Ma, alle volte, permeati da un impagabile humor !
Potrebbe sembrare una barzelletta italo-sicula, ma non lo è.

Legenda: schetta = nubile
confunnuta= confusa


Ma qual è la causa per la quale la scuola italiana va sempre più alla deriva ?
Ritengo per due precisi motivi:
1- alcuni governi che si sono succeduti negli anni dai tempi del fascismo sino ad ieri hanno ritenuto per lungo tempo di non apportare alcune modifiche alle strutture scolastiche, ai suoi programmi, all’apparato docenti e ausiliari, tentando solamente, a seconda dei casi, di modularla secondo principi che facessero comodo a loro e non agli studenti.
2 – l’immobilismo legislativo che ha perpetuato nel tempo normative non più al passo con il progresso della società italiana sia nel campo culturale, che industriale, commerciale, agricolo ed ambientale anche se qui occorrerebbe parlale di regresso.
Esempio eclatante, parlando di scuola elementare, è che la sua regolamentazione normativa, risalente al Regio Decreto Legge 10 aprile 1936, n. 634, convertito in Legge 28 maggio 1936, n. 1170, è stata “modernizzata” con diversi principi solamente con il DPR 14 giugno1955, n. 503 a sua volta opportunamente modificato, da ultimo, con il DPR 12 febbraio 1985, n. 104.
Riporto i principi generali cui dovrebbe attenersi la scuola elementare di oggi, esaminati i quali potrete valutare se la normativa vigente sia andata al passo con i tempi.
DPR 12 febbraio 1985, n. 104
Il dettato costituzionale
“La scuola elementare ha per suo fine la formazione dell'uomo e del cittadino nel quadro dei principi affermati dalla Costituzione della Repubblica; essa si ispira, altresì, alle dichiarazioni internazionali dei diritti dell'uomo e del fanciullo e opera per la comprensione e la cooperazione con gli altri popoli.La scuola elementare che ha per compito anche la promozione della prima alfabetizzazione culturale, costituisce una delle formazioni sociali basilari per lo sviluppo della personalità del fanciullo, dà un sostanziale contributo a rimuovere "gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana" (art. 3 Cost.) e pone le premesse all'esercizio effettivo del diritto-dovere di partecipare alla vita sociale e di "svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società" (art. 4 Cost.).
Scuola elementare e continuità educativa
La scuola elementare attua il suo compito nell'ambito della "istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, obbligatoria e gratuita" (art. 34 della Costituzione).La scuola elementare contribuisce, in ragione delle sue specifiche finalità educative e didattiche, anche mediante momenti di raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo con la scuola materna e con la scuola media, a promuovere la continuità del processo educativo, condizione questa essenziale per assicurare agli alunni il positivo conseguimento delle finalità dell'istruzione obbligatoria.In questa prospettiva un ruolo fondamentale compete anche alla scuola materna, che, integrando l'azione della famiglia, concorre, con appropriata azione didattica, a favorire condizioni educative e di socializzazione idonee ad eliminare, quanto più possibile, disuguaglianze di opportunità nel processo di scolarizzazione”.
Per le scuole superiori accenno solo al fatto che ho affrontato nel 1954 la licenza liceale del classico secondo l’indirizzo della riforma attuata per tutti i gradi d’istruzione dal filosofo e pedagogista Giovanni Gentile, ministro dell’Educazione durante il primo periodo dell’era fascista.
Riforma questa che cancellava la previdente normativa predisposta da Gabrio Casati entrata in vigore con il Regio Decreto del Regno di Sardegna del 1859 ed in un secondo tempo estesa in tutta Italia, così togliendo alla Chiesa il primato esclusivo sull’educazione.
Ma la nostra scuola, nonostante alcuni lodevoli sforzi, in rapporto ad altre nazioni, sprigiona ancora odore di muffa.
E poi ci raccontano la gran balla che l’educazione puzza di sinistra!
Ho chiesto un parere su questa nostra scuola a
QUI QUO QUA
Ed ecco la loro risposta:



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