martedì, ottobre 02, 2007

Imbrattatori e vandali

COMPORTAMENTI anti WRITER

Il problema dell’imbrattamento di monumenti e di muri o pareti sia di edifici pubblici che privati interessa oramai tutte le città, paesi e paesini di tutta Italia.









E’ un problema di difficile soluzione, assieme a quello della prevenzione degli atti di puro vandalismo, ma, a volte, non del tutto insuperabile.









Eppure il danno d’immagine, con i suoi conseguenti negativi riflessi economici, per le opere di ripulitura o per la sostituzione di quanto danneggiato o divelto, a carico di ogni amministrazione comunale, ricadenti poi su tutta la comunità locale, è enorme e pesante .
L’opera dei writer e dei vandali si svolge per lo più nottetempo, anche in pieno centro, allorché l’ambiente prescelto per la messa in atto della loro azione devastatrice è immerso nel buio ed è quindi molto più facile operare indisturbati; così sfuggendo da ogni controllo delle Forze dell’Ordine, pochine per la verità quando sono comandate in servizi notturni preventivi, nonché degli stessi cittadini.
Le telecamere installate nei punti nevralgici, subito individuate, vengono messe subito fuori uso e praticamente non più idonee a svolgere questa alle volte particolare e necessaria sorveglianza.
Partendo dal presupposto che, relativamente all’imbrattamento dei muri , non tutti gli “operatori” rientrano in quel genere di imbecilli che usano bombolette spray contenenti colori appariscenti per scrivere cretinate, conditi alle volte da madornali errori grammaticali, insulti e viva questo abbasso quest’altro, l’Amministrazione comunale di Corsico - retta dalla Liberazione ad oggi da giunte di sinistra e di centrosinistra - dove risiedo da ben 41 anni e rotti e dove ho avuto l’onore di svolgere in passato, per lungo tempo, anche alcuni impegni pubblici, ha avuto un’idea brillante.
Era stata demolita la palestra di via Dante - la più vecchia delle sei esistenti, oltre a quella attigua al Palazzetto dello Sport - e ricostruita ex novo con criteri moderni sulle sue ceneri in maniera da rispondere appieno alle nuove e moderne necessità di tutti coloro che svolgono attività sportiva al coperto.
L’idea fu quella di convocare uno dei capi riconosciuti dai writes ed affidare a lui l’esecuzione materiale di alcuni disegni che tratteggiassero i profili di atleti e dei fruitori della nuova palestra.
Questo è il risultato e da tre anni ad oggi e questi muri non sono stati più imbrattati.











Ma i muri perimetrali del bar del Parco Verdi nonché quelli dell’impianto di distribuzione del metano per tutta la città, allocato ai margini del Parco stesso, continuavano ad essere il bersaglio preferito degli imbrattatori e di chi pratica con una certa becera disinvoltura atti di puro vandalismo.
Ed allora ecco la soluzione analoga a quella ideata per la palestra:

















Rimaneva il chiosco del fiorista, anch’esso attiguo al Parco Verdi; stanco di dover cancellare e ripitturare muri e saracinesche, anche lui si è adeguato:



Certo non tutti i muri di immobili pubblici o di privati si presta a questa soluzione ma sin dove è possibile perché non provarci nell’attesa che questa illogica e costosa, per tutta la comunità, mania si plachi ?
Sarebbe un bene per tutti, una singolare repressione preventiva del fenomeno senza usare metodi violenti, alla Giuliani per intenderci.

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