lunedì, febbraio 18, 2008

Malpensa e Alitalia

BOSSI MAL PENSA, STRAPARLA
con
FORMIGONI
che
GLI FA DA SPALLA

Sinchè Alitalia accumulava debiti di centinaia di milioni di euro, sempre sistemati con danaro pubblico, cioè con soldi di tutti gli italiani, tutto andava bene per i due novelli fratelli De Rege.
Improvvisamente qualcuno ha acceso la luce, col merito di far scappare tutti i responsabili che, per mascherarsi il volto, diedero inizio ad uno scaricabarile di vaste dimensioni oltre che grottesco.
Chi vi scrive con Malpensa ha sempre avuto delle disavventure sia per i viaggi nazionali che internazionali; in primis l’arrivo con ingiustificato ritardo dei bagagli dopo l’atterraggio, spesso su linee diverse da quelle segnalate dagli appositi indicatori luminosi per non parlare poi del loro smarrimento con la susseguente necessità di dover acquistare, nei viaggi di lavoro, quanto necessario per un soggiorno di una settimana.
Venne appurato in seguito che la mia valigia non era mai partita.
E passi.
Ma se mal non ricordo, allorchè si volle affiancare a Linate l’aeroporto della Malpensa, vennero stabiliti alcuni punti fermi:
1- il declassamento di Linate destinata ai soli voli Milano- Roma-Milano;
2- un collegamento veloce su rotaia, tipo quello esistente a Fiumicino;
3- un’autostrada a tre corsie;
4- l’abbattimento della provincializzazione del servizio taxi il cui costo era a quei tempi attorno ai 120 euro.
Andata e ritorno 240 euro pari al costo del biglietto aereo !
Altre strutture andavano comunque fatte, anche al fine di evitare la saturazione del “traffico di affari”, in mancanza delle quali venne preferito da parte di molti utenti Linate.
Questo aeroporto ha oggi un traffico di 10milioni di persone l’anno; e doveva essere chiuso o, al limite, con una sola tratta.
Tralascio le beghe anche giudiziarie, trascinatesi per lungo tempo, promosse dagli abitanti dei comuni viciniori allo scalo Malpensa, a causa dei
rumori notturni e durante le primissime ore del mattino causati dai vari jet in decollo od atterraggio.
A parte poi i disagi causati dal problema nebbia.
La terza corsia è stata ricavata abolendo quella di emergenza – senza contare poi che chi avesse la ventura di percorrere la strada normale, in caso di forte pioggia sotto un cavalcavia si forma un lago vero e proprio che ha causato parecchie noie agli automobilisti per il blocco dell’autovettura.
Questioni queste che andavano risolte per poter rendere Malpensa un efficiente aeroporto europeo.
Ma, ecco che sotto le spinte “nordiste” fioriscono vicino a Malpensa altri aeroporti che, in breve, le hanno sottratto “traffico” di una certa importanza mentre altri già da tempo “in pista” accrescono notevolmente il loro volume di traffico.
Malpensa dai 20.716 passeggeri del 2000 è passata a tutto novembre 2007 a 22.090;
Linate da 6.080 a 9.209;
Bergamo – Orio al Serio da 1.237 a 5.285;
Brescia da 162 a 178;
Parma da 64 a 123.
Ma anche altri scali, sebbene non tanti vicini a quelli “milanesi”, hanno contribuito al contrarsi dello sviluppo di Malpensa, principalmente quelli del nord- est, perché hanno aperto dei collegamenti a lungo raggio e quello di Venezia in particolare con USA ed Asia.
Venezia da 4.127 a 6.616;
Verona da 2.289 a 3.320;
Treviso da 273 a 1.433;
Trieste da 569 a 685.
Aggiungiamo
Torino da 2.802 a 3.228;
Bologna da 3.517 a 4.086.
Politiche dissennate attuate dagli enti locali, patrocinati dalla Lega e F.I., che adesso piangono sul latte versato.
Come spesso accade in Italia la colpa è sempre della parte avversa.
Mai in esame di coscienza.
Scelte fortissimamente volute da chi oggi minaccia rivoluzioni, cannonate e fucilate contro la solita Roma ladrona.
Ma l’attuale situazione di Malpensa ha avuto origini lontane, allorché al governo e nelle Camere c’erano ministri, deputati e senatori col fazzoletto verde nel taschino.
Michele Saponaro, consigliere dei Verdi della Regione Lombardia
osserva:
“ I compiti della Regione, degli enti locali e della Sea erano e sono quelli di far funzionare gli aeroporti, regolarne la crescita in modo coordinato, puntare all'innovazione degli aeromobili fissando limiti e incentivi, investire per ridurre l'impatto ambientale.
Invece, a cominciare da Regione e Comune di Milano, si è fatto l'opposto: scegliendo la brughiera con le sue nebbie e le sue difficoltà di comunicazione, cavalcando un 'nordismo' che ha danneggiato il Nord quanto l'Alitalia e pregiudicando la buona gestione aziendale imponendo due hub. Oggi Formigoni, Moratti e Lega Nord vorrebbero proseguire su questa strada distruttiva.
Ma fatalmente è terminato il tempo delle mani della politica sull'Alitalia».
Come dargli torto ?

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