martedì, aprile 22, 2008

Il dopo voto continua

IL RISULTATO ELETTORALE
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Ci siamo tutti chiesti, viste le diatribe sorte, com’era del resto prevedibile, allorché si incomincia a mercanteggiare sul numero delle poltrone spettanti ad uno ed all’altro partito, quanto durerà il Berlusconi 4.
Loro litigano, scambiandosi battutacce d’osteria, mentre il popolo assiste e reagisce in maniera diversa.
In questo caso le liti insorgono non solo trai componenti dei partiti collegati od annessi dal PDL ma anche dentro la stessa formazione politica.



didascalia
il neo PD chiede al picchio:
“Ti ci vorrà un sacco di tempo”
Risponde il picchio:
“ Tranquillo, meno di cinque anni”.
Il ruolo del picchio in questo momento politico dovremo assumerlo noi tutti; la nostra lotta sarà determinanti per impedire ulteriori favoritimi, tipici dei governi berlusconiani, che verranno concessi ai più forti a danno dei più deboli, ai soliti monopolisti che giocano sulle nostre teste con i prezzi, alle mafie combattute da loro solo a parole ma non con fatti concreti…..cì sarà da lavorare, statene certi e mi auguro che in molti, anche i delusi di ieri che si sono astenuti dal voto e quelli di oggi per l’esito delle elezioni, ritornino a fare politica e non a subirla supinamente.
Il voler affidare, come preventivato, il dicastero della Giustizia ad un avvocato, la Buongiorno di AN, è un vero e proprio capolavoro di stupidità in quanto ci si è dimenticato come sia stata sempre, in ogni epoca, questa la casta a boicottare ed osteggiare ogni progetto di riforma, facendo passare solamente quelle dalle quali derivava un loro tornaconto.
Comunque sia, sono curioso di vedere se i ministri “padani” al momento del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana nascondano o meno una mano dietro la schiena per fare il gesto delle corna a mo’ di spergiuro.
Giusto ieri, girando per Milano nei pressi del quartiere di Città Studi ho visto molti muri imbrattati dalla scritta in verde
REPUBBLICA PADANA”.
E
“PADANIA STATO”.
A detta del capocomico sono scherzi, tanto per dire; si ma di menti alterate da un sogno eversivo che, ritengo, non si realizzerà mai; almeno mi auguro.
E’ tutta una commedia buffa, come quella dei fucili e del Bossi ammalato che non può fare il ministro.
Ma non so chi dei due sia il vero malato.
Bossi, quanto meno, ha passato, ben per lui, un grave guaio fisico che è riuscito a superare anche se gli sono residuati dei postumi ben visibili; ma il cervello gli funziona ancora molto ma molto bene, sono le sue idee che non potrò mai condividere, tranne quella sul “federalismo fiscale” che, è bene che si sappia, per molti anni fu in passato uno dei cavalli di battaglia del PCI contro la sordità della DC.
Il capocomico, invece, parla e straparla, rappezzato com’è in ogni sua parte del corpo nutrito con le pillole scapagniniane della eterna giovinezza.
Dopo aver messo in guai seri il comune di Catania è stato eletto in Parlamento onde estendere la sua malefica opera nel confezionamento di danni anche lì; come se non bastasse di già l’aver catapultato la città da lui amministrata nel bel mezzo di un pieno caos finanziario -.
(chissà dove andrà ad abitare a Roma atteso che gli è stato notificato uno sfratto per morosità).
Ripropone ancora l’abolizione dell’ICI per la prima casa, la fissazione in seduta permanente nel suo cervello, tanto da sottacere che con l’ultima finanziaria del governo Prodi era già stata eliminata per oltre il 40% delle famiglie con bassi redditi, misura che consente già, di fatto, l'azzeramento per loro dell'ICI ed una sensibile riduzione perle altre.
Le ventilate promesse di Berlusconi di abolire questa imposta riguardano forse soltanto i ricchi, con lui in testa''.
Si è confezionato un partito a sua immagine e somiglianza che, a parte l’annessione dei fascisti – Forza nuova compresa – è sempre quello di prima.
Sempre il “qui comando io ed il sono io e solo io che decide chi sarà ministro”, aggiungendo come fosse una inutile formalità, che a nominarli è il Capo dello Stato su sua proposta.
Bontà sua.
Via, quando avverrà tra cento anni, Veltroni il PD vivrà ma quando non ci sarà più Berlusconi, cosa accadrà ?
Addio popolo, addio piduisti, fascisti, pregiudicati dal colletto bianco, profittatori, saltafossi e via discorrendo.
Questa è la differenza tra noi “democratici”e loro “populisti”.
Chi non è d’accordo su questo mio parere cerchi, prima di replicare, nelle loro fila due personaggi come Maria Levi Montalcini e Giovanni Bollea.
Ma veniamo alle altre due lettere.

LA SECONDA

DEDICATO AI RAGAZZI DEL PD
di
Renzo Sugo
Presidente regionale
della
UNCEM
“UNIONE NAZIONALE COMUNI,COMUNITA’ ed ENTI MONTANI”
della
LIGURIA
Aggregatore indipendente di Blog democratici
titolare del sito
mappademocratica
Quando si perde un’elezione, non è la fine del mondo, può essere invece la fine di un’era.
Ma non dovete scoraggiarvi, perché il futuro è vostro, noi abbiamo solo la grande responsabilità di mettervi in grado di costruirvelo.Dobbiamo veramente accompagnarvi sulla soglia, e lasciarvi andare.
Senza rimpianti, perché la nostra parte è già stata fatta, e non siamo più adatti a sostenere la sfida dei tempi che verranno.Naturalmente non credo che sarà facile, ci sarà chi non vorrà lasciare, pensando di essere ancora utile, di avere idee moderne da portare avanti o addirittura da imporre.
Io credo che così facendo si contribuirà a rendere ancora più mesto e doloroso il tramonto di una classe politica dirigente che pur ha avuto tanti meriti nel condurre la città e la regione fuori dalla crisi economica e morale degli anni 80, e che successivamente ha retto, per anni, la cosa pubblica con onestà e competenza.Quello che voglio dirvi è che dovete andare avanti perché tra cinque anni tocca a voi, ricordandovi che questi passeranno in fretta, e che nel mezzo ci sono altre sfide che dovete fin da ora prepararvi a vincere, perché i vostri ideali sono essi stessi vincenti.
Questo momento in cui sembra che l’unico metro per misurare il valore delle persone sia il denaro, dovrà pur finire, ed allora quello per cui abbiamo lottato per l’intera vita, persone della mia generazione lasciandovi questa eredità, avrà dignità ed onore. Concludo con una frase di un grande italiano che per me è stato un grande maestro (come altri grandi italiani di altra cultura lo sono stati per altri) Giorgio Amendola, che non amava i conciliaboli nei corridoi, ma la lotta politica a viso aperto.
Lui concludeva sempre i suoi comizi con un’esortazione che faccio mia ancora adesso, e che vi giro:
<<>>.


Commento
Qualcuno ha avuto da dire che il termine compagni è oramai caduto in disuso non essendo più questo termine sopravvissuto agli ultimi cambiamenti avuti e voluti dalla stragrande maggioranza degli iscritti; chi pensava il contrario si è scisso, formando più partiti oramai fuori ed estranei al nostro attuale contesto e tessuto sociale.
Ma per i vecchi militanti rimasti fedeli ai risultati delle nostre assemblee costituenti che mutarono, non solo di nome, il PCI in PDS, quindi in DS ed ora, assieme alla Margherita, in PD, la parola “compagno” è rimasta come un simbolo dell’amicizia che permaneva tra i vari componenti di una sezione anche dopo discussioni, alle volte anche animate, che contrapponevano tesi valide ad altre altrettanto meritevoli di attenzione.
Quante discussioni, quante assemblee nel corso delle quali ogni delegato eletto a sua volta nelle assemblee cittadine e di zona, provinciali, regionali e, da ultima quella nazionale difendeva le proprie scelte sulle varie mozioni presentate.
Questo era il vero succo della democrazia, assemblee aperte anche ai dirigenti degli altri partiti dell’arco costituzionale ai quali erano riservate le prime file ed un ampio spazio per i loro interventi.
La forza del PD trae origine da queste radici e da quelle della Margherita; per questo avrà in un prossimo futuro una profonda radicazione ed ampi consensi su tutto il territorio nazionale.
Personalmente sono d’accordo con Sugo, ma ritengo che anche il lavoro e l’esperienza maturata dai vecchi militanti avrà un ruolo determinante per indirizzare i nostri giovani verso un avvenire più sereno e più giusto.

LA TERZA
E’ una lettera inviata al Corriere della Sera sul quale Beppe Severgnini tiene una sua rubrica attraverso la quale dialoga con i lettori.
La lettera è regolarmente firmata con tanto di indirizzo di posta elettronica, dati questi che non posso indicare non avendo avuto la necessaria preventiva autorizzazione di consenso perché non’ho ritenuto di richiederla per brevità di tempo.
Anche sul contenuto di questa lettera non posso che concordare pienamente.
E’ una lettera che, pur breve, va dritta dritta sul punto focale del fenomeno Berlusconi; fenomeno in senso negativo, beninteso.
Ha vinto Berlusconi: ma adesso non ci sono più alibi :
Caro Beppe,
Berlusconi ha vinto, viva Berlusconi.
Da uomo di sinistra, sono amareggiato.
Un po’ per la vittoria della destra, molto di più perché ancora una volta il suo leader è Berlusconi, che mezza Italia non tollera e gran parte della comunità internazionale considera un fit.
Perché la classe dirigente della destra, che rappresenta il 50% dell’elettorato, non riesce a produrre un leader più credibile?
Sono anche curioso: riuscirà Berlusconi a cambiare il Paese, a fare l’Irlanda in Italia, a fare quanto avrebbe già potuto fare nel 2001 e per cui molta gente (allora, non so oggi) lo ha votato?
Vedremo. Vedremo anche quanto questa coalizione granitica reggerà.
Coalizione liberista, il cui leader è insofferente a principi basilari del mercato quali le leggi antitrust, o almeno quelle che toccano le sue aziende.
Liberale, annoverando tra le sua fila Alessandra Mussolini, che rivendica con orgoglio il suo fascismo e oggi si risiede accanto a Fini.
E che un paio d’anni fa dichiarò in TV «meglio fascisti che froci».
Coalizione amica degli Usa, con la Lega che ha tappezzato Milano di cartelloni con un capo indiano e la scritta «loro non hanno potuto controllare l’immigrazione e oggi vivono nelle riserve»
(li avranno visti quei giornali americani che oggi salutano la vittoria di un grande amico degli Usa?).
Nemica della mafia, amica del più consolidato establishment siciliano.
Di buono c’è la semplificazione che gli italiani (grazie alla coraggiosa iniziativa di Veltroni, di cui bisogna dargli atto) hanno realizzato, superando la riottosità delle forze politiche, che non hanno saputo fare nessuna riforma istituzionale nella seconda repubblica.
E di buono c’è che stavolta non ci sono alibi: chi deve governare governi, dimostri di saper risolvere i problemi del Paese e ci convinca che il motto gattopardesco del cambiare tutto per non cambiare niente non è destinato a valere nei secoli dei secoli.
Ché al prossimo giro gli italiani (forse) non faranno più sconti. Saluti,…..

FINE
Ma la opposizione al quarto tentativo berlusconiano e dei suoi soci di mangiarsi quanto di sano c’è ancora in Italia sarà dura ma se saremo in tanti a lottare democraticamente per far uscire il 50 % degli italiani da quella forma di ipnosi collettiva trasmessa dal nostro avversario politico, questo pallone gonfiato con una serie di artifizi mediatici si sgonfierà in poco tempo.
E, finalmente, potremo ritornare a vivere serenamente in un Paese riconciliato e ritornato ai veri valori fondamentali della nostra esistenza terrena.



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