giovedì, aprile 17, 2008

Rassegna della stampa estera sul voto italiano

Il voto italiano visto dall'estero
Grande spazio sulla stampa internazionale

I risultati della tornata elettorale, appena conclusa, sono stati ampiamente seguiti dalla stampa estera.
Le reazioni alla vittoria di Berlusconi, ovviamente, non sono unanimi, anzi il ventaglio che possiamo osservare è veramente variegato, si va da una sostanziale sobrietà o neutralità delle testate inglesi, arabi e statunitensi, alle durissime critiche di quelle tedesche sino all’entusiasmo della stampa turca, che vede nel ritorno del Cavaliere un sicuro alleato, specie per quanto riguarda l'ingresso della Turchia in Europa.
Su un punto paiono convergere un po’ tutti i commentatori e questo è sicuramente rappresentato dalla Lega nord e dalle sue tendenze separatiste, razziste e xenofobe.
La stampa araba
Il libanese Assafir spiega ai suoi lettori la sconfitta del Partito democratico imputando alla politica economica del governo Prodi le cause della vittoria del PdlL
L’altra testata palestinese, Al Quds al Arabi, commenta: “Berlusconi vince con un comodo vantaggio”, e “come si usa in tutte le democrazie occidentale”, il suo rivale, “Veltroni ammette la sconfitta”.
La stampa statunitense
“L’economia va male e un’Italia frustrata sceglie Berlusconi” titola così il New York Times, il quale si chiede se la vittoria del Ppl sia da imputare ad una affezione degli italiani nei confronti di Silvio Berlusconi o se il voto sia una diretta conseguenza “di due anni di inazione della coalizione di centrosinistra”.
Il Wall Strett Journal, prendendo atto della vittoria di Berlusconi si chiede se adesso il leader conservatore “riuscirà a mantenere la promessa fatta 14 anni fa” cioè “rivitalizzare l’economia del paese e ricostruire la fiducia dei cittadini nei propri governanti”.
La stampa britannica
Il Financial Times,in terza pagina, fa una severa analisi del voto italiano. L’attenzione è posta sulla performance della Lega nord, che, a parere del cronista, sarà il partito a determinare, nel bene o nel male, le sorti del governo di centrodestra.
Ma ciò che viene messo in evidenza in questo articolo è principalmente la “cultura dell’illegalità” ereditata da Berlusconi che esprime questo voto.
Mentre il Gurdian vede arrivare “Il governo più di destra” che l’Italia abbia mai avuto,
L’Indipendent titola “Un ritorno non gradito” e definisce Berlusconi “l’incarnazione dei peggiori aspetti della tradizione politica italiana, un businessman che ha utilizzato la sua ricchezza per comprare i media e sfruttato la sua posizione per evitare processi di corruzione a suo carico”.
La stampa spagnola
Anche il conservatore El Mundo accende i riflettori sulla Lega Nord, che oltre a rappresentare l’ago della bilancia del futuro governo sarà la spina nel fianco di Berlusconi a causa delle sue tendenze xenofobe e separatiste.
El Pais, invece scrive, “il magnate milanese, che ha mostrato il suo volto più istituzionale, è apparso consapevole delle difficoltà che lo attendono”. E l’editoriale spiega come i “problemi economici ed istituzionali dell’Italia siano enormi, anche per un esecutivo con un mandato chiaro”.
La stampa tedesca
Chi ci va giù duro è la stampa tedesca.
Il titolo più critico arriva proprio dal Financial Times Deutschland: “Italia, tragediaatto terzo”, cui fa eco il commento sull’autorevole settimanale progressista die Zeit: “Di nuovo Berlusconi”, un “cattivo presagio”
“Gli unici che ne trarranno profitto - scrive il FTD - saranno Berlusconi e la sua cricca.
Per modernizzare il Paese gli manca la volontà politica.
E questo è un male non solo per l’Italia ma per l’Europa intera”.
Non meno pesante è il commento della Sueddeutsche Zeitung, secondo la quale gli italiani hanno un “debole per i patriarchi e i commedianti, e Berlusconi è tutti e due” (...) “Adesso il maneggio è libero per il Cavaliere” per risanare, come ha promesso, il Paese, ma “c’è da temere che l’Italia abbia perso”.
La stampa francese
Una "Bella vittoria” titola Le Figaro: Silvio Berlusconi è "molto soddisfatto” e gode di una maggioranza assoluta alla Camera e al Senato.
“Aiuto! Torna Berlusconi” è invece l’apertura a tutta pagina del quotidiano della gauche,
Liberation,:“vittorioso ieri alle elezioni italiane,
il Cavaliere prende di nuovo le redini di un paese in pieno marasma”. Nell’editoriale, dal titolo “L'insaziabile”, la vittoria di Berlusconi viene letta “soprattutto come un segnale dell’Italia che va male”.
La stampa turca
Entusiasti, invece, tutti i giornali turchi, che vedono nel ritorno di Berlusconi un loro sicuro alleato in Europa.
Mentre Radikal,quotidiano di centrosinistra, incentra la sua analisi sulla debacle della sinistra e sulla sconfitta del Partito democratico,
Hurriyet titola: “Torna il nostro più grande sostenitore” e sottolinea come la notizia della sua vittoria sia vissuta dal Paese anche come una sorta di garanzia in campo internazionale per il Paese della Mezzaluna.
Dello stesso tenore è l’articolo apparso su Milliyet, che scrive, “la vittoria di Berlusconi è stata accompagnata da un grande sorriso”.
La stampa israeliana
Mentre loYediot Ahronot pubblica una grande foto di Berlusconi, colto in atteggiamento esultante, e rileva che la vittoria ha riso “a un miliardario, amico di Israele”.
Il Maariv,da parte sua, manifesta una certa preoccupazione per il successo della Lega Nord, di carattere “razzista e xenofobo”.
a cura del PD
wwww.partitodemocratico.it
COMMENTO a titolo PERSONALE
Come potrete notare, sono stati riportati i giudizi sull'esito del voto italiano espressi dai maggiori quotidiani; sia quelli pro che contro il nuovo corso che ci spetta.
Ognuno dice la sua in piena libertà ed altrettanto in piena libertà, come si conviene ad un Partito Democratico, vengono puntualmente pubblicati i concetti espressi da tutte le testate, indistintamente, al di là delle loro tendenze politiche.
I PRO ed i CONTRO.
Ci aspetteremmo che si facesse altrettanto ad opera del sito del PdL ma suppongo che sarà un'attesa vana.
Se così fosse, apparirebbe palese la piena contraddizione tra il nome altisonante dato da una sola persona ad un partito ed il suo operato.
Predica bene ma razzola male, da subito.
E poi.......ma l'abbiamo voluto noi.

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