giovedì, maggio 01, 2008

I^ maggio - la festa del lavoro

PRIMO MAGGIO
FESTA DEI LAVORATORI

bagnato nel 1947 dal sangue
di alcuni contadini siciliani
da parte della banda del bandito Giuliano, anch’esso siciliano,
per mandato di altri siciliani.


11 morti e 56 feriti.
Una strage comandata da parte di coloro che le terre, incolte e mal governate perhè abbandonate, non volevano cederle a qualsiasi titolo ai contadini che le volevano coltivare.
Erano come una
“res nullius”
Ma per loro il latifondo era un simbolo di potere incedibile attraverso il quale si riuscivano ad ottenere dalle autorità precostituite tutto ciò che chiedevano.
Fu l’inizio di una strage continuata che si protrasse negli anni con la soppressione di 38 sindacalisti che si battevano per il lavoro dei contadini.
Quindi Carabinieri, Commissari di PS, giornalisti, sindacalisti sino ad arrivare al 5 maggio del 1971 con l’uccisione di un magistrato, il primo di una lunga serie,
Pietro Scaglione, Procuratore della Repubblica di Palermo.
Oggi la musica non è cambiata; comandano le aziende che hanno un utile il più alto di tutte le altre: le mafie e, nella specie, quella siciliana.
Le stragi ci sono state ancora ma non più di massa, ma di personaggi altamente scomodi quali, in ordine di tempo i giudici
Cesare Terranova, Gaetano Costa, Rocco Chinnici, Antonino Saetta, Rosario Livatino, Antonio Scopelliti, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino,
La lista continua, una stele chilometrica di morti ammazzati per il loro lavoro; vorrei indicarli tutti ma sarebbe troppo lunga; consentitemi però alla fine di aggiungere a questa lista anche il nome di un mio collega ed amico lo
Avv. GIORGIO AMBROSOLI.
Un campione di onestà, ucciso per il suo alto senso del dovere, pur sapendo che il suo resistere alle pressioni di personaggi di alto lignaggio istituzionale, per dichiarare nella sua relazione finale relativa al dissesto che aveva provocato il fallimento della Banca Unione, una cifra quasi irrisoria in rapporto a quella reale, andava incontro alla morte.
E così fu.
Oggi è un giorno di festa ma onoriamo tutti coloro che sono morti per il loro operato e per i troppi morti sul campo di lavoro.

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