martedì, giugno 03, 2008

Esistere o non esistere: questo è il problema per Europa 7

UN CICCHETTO
a
CICCHITTO
già tessera P2 n. 2232 del 12 12 1980
oggi
Capogruppo del PDL alla Camera dei Deputati.
In data 28 maggio 2008, dopo che l'attuale governo, nonostante la sua maggioranza bulgara, era stato battuto su un emendamento “pro Rete 4”- infilato di soppiatto in un decreto che atteneva a ben altra materia - il sig. Cicchitto, avendo forse ecceduto in bevute di cicchetti per festeggiare la caduta del governo Prodi, aveva detto “urbi ed orbi”, ma in particolare agli italioti tutti , ritenendo gli elettori alquanto tardi di comprendonio:
“su Rete 4 il centrosinistra sta facendo una guerra di religione sul nulla
Questo emendamento non serve a Rete 4 ma all’Italia perche’ mira a evitare una procedure di infrazione europea.
Anche il precedente governo lo avrebbe dovuto adottare".
Il sig. Fabrizio Cicchitto, ha altresì aggiunto che l’emendamento su Rete 4 non sarebbe stato mai ritirato.
Quanto a possibili modifiche dell’emendamento ha soggiunto che il Pdl
"tiene fermo il punto" e "siamo aperti al confronto" purche’ eventuali riformulazioni non alterino la sostanza dell’emendamento”.
Infatti è stato ritirato in tutta fretta.
Ed ora ?
Quale altro sotterfugio verrà creato per eludere una serie di sentenze ?
Rete 4 deve andare sul satellite assieme al suo fedele FEDE EMILIO, checchè ne dica l’altro Fedele che di cognome fa Confalonieri.
Da molto tempo così ebbe a sentenziare la Corte Costituzionale e, da ultime, la Corte di Giustizia Europea nonché, proprio in questi giorni, il Consiglio di Stato, recependo il parere della Corte di Giustizia, la cui sentenza verrà pubblicata in questi giorni.
La vicenda, pur semplice, è stata molto aggrovigliata da nove anni a questa parte da interferenze politiche nostrane molto vicine all’attuale Premier Berlusconi, il sommo padrone di Mediaset.
In sintesi questa non edificante storia può essere così riassunta:
1- Europa 7
ottiene nel 1999 dallo Stato la concessione di una rete televisiva nazionale ma il governo allora in carica, attraverso giri di richieste non plausibili e raggiri, non fa seguito con la dovuta assegnazione delle frequenze onde consentire all’emittente “in pectore” di iniziare le sue trasmissioni.
Rete 4, per contro, non ottiene alcuna concessione ma continua imperterrita a trasmettere programmi senza averne diritto.
2- La Corte Costituzionale, con sentenza n. 466/2002 emanata nel mese di novembre, decide che Rete 4 deve cessare la sua attività di trasmissioni televisive terrestri entro e non oltre il 31 dicembre 2003.
3- In prossimità della scadenza di cui sopra, il 24 dicembre 2003, il Governo Berlusconi emette un decreto legge – definito “salva Rete 4”- che consente il prosieguo delle trasmissioni in barba alla sentenza della Corte Costituzionale.
4- Nell’aprile del 2004 viene approvata la “Legge Gasparri” che legittima l’attività di Rete 4 e, per converso, esclude ancora Europa 7.
Come se non fosse mai esistita.
5- Il Parlamento europeo nel maggio 2004 deplora, attraverso una sua risoluzione, la situazione italiana in tema di emissioni televisive e, nel timore che questo andazzo possa propagarsi in tutta Europa, sollecita la Commissione europea a pronunciarsi in proposito in maniera chiare e definitiva.
6- Il Consiglio d’Europa, formato dai 45 Paesi dell’Unione, deplora il trattamento illegale tenuto nei confronti di Europa 7 che, pur avendo vinto una pubblica gara con l’assegnazione delle frequenze televisive non può trasmettere in quanto tali frequenza sono illegalmente “occupate e sfruttate” da Rete 4.
7- Nel 2005 il Consiglio di Stato, adito da Europa 7, chiede lumi alla Corte di Giustizia Europea in merito alla conformità o meno sia del decreto legge Berlusconi che della legge Gasparri alle direttive europee.
8- Nel 2006 la Commissione Europea per la Concorrenza,, in pendenza del giudizio della Corte di Giustizia, mette in mora l’Italia per la non rispondenza della Legge Gasparri alle direttive europee.
9- Il Governo Prodi, attraverso il ministro Gentiloni, tenta di risolvere il problema ma a questo punto si scatena la bagarre dell’opposizione che ricorre a tutti mezzi leciti e non propriamente tali per fare cadere il Governo.
10- Il 19 luglio 2007 la Commissione Europea avvia la procedura d’infrazione contro l’Italia.
Forti multe in vista qualora la vicenda non venga risolta sulla base delle direttive europee in tema di concorrenza.
11- Il 31 gennaio 2008 la Corte di giustizia Europea, rispondendo ai quesiti posti dal nostro Consiglio di Stato, dichiara non rispondenti alle norme comunitarie i regimi transitori disposti dalla legge Meccanico, del decreto legge Berlusconi “Salva Rete 4”e la legge Gasparri,

Ritornando all’inizio, dopo la pronuncia del Consiglio di Stato che recepisce quanto ritenuto dalla Corte di Giustizia la parola e la decisione in merito a questa non edificante vicenda permeata da un enorme conflitto di interessi con l’attuale Capo del Governo, sarà il governo Berlusconi, e non altri, a dover assumere la decisione; e qui casca nuovamente e per l’ennesima volta l’asino: Berlusconi andrà ancora una volta in bagno allorché verrà assunta una decisione in proposito così come ebbe a dire relativamente alla questione dei decoder per il digitale terrestre in cui era direttamente interessato suo fratello Paolo?
Il dilemma: autofregarsi aderendo ai dictat della Corte Costituzionale – sentenza del 466/2002- della Corte di Giustizia Europea – sentenza del 31 gennaio 2008 - e del Consiglio di Stato ovvero salvare le sue tasche e accettare la maxi stangata dalla UE che, in fin dei conti, pagherebbero tutti gli italiani ?
Nel resto del mondo per molto meno si procede per un impeachmen del capo del governo da noi quest’ultimo fa quello che vuole lui tra gli applausi dei soliti beoti.
E siamo appena agli inizi.
Alla prossima cavolata sig. Cicchitto !

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