sabato, giugno 28, 2008

Il carovita e le mafie

LA DENUNCIA DELLA COLDIRETTI
sulla base del rapporto della Direzione Nazionale Antimafia

Ammonta a 7,5 miliardi il giro d’affari legato all’aumento artificiale dei prezzi degli alimenti provocato da racket, pizzo e altri fenomeni malavitosi.
A ricordare la stima, contenuta nel rapporto della Direzione Nazionale Antimafia (Dna), è la Coldiretti, che interviene sull’operazione dei Carabinieri di Palermo, con 12 arresti nei confronti di presunti affiliati a Cosa Nostra che fissavano e imponevano i prezzi di vendita di carni e alimenti.
L’organizzazione chiede subito di rafforzare i presidi delle forze di sicurezza nelle zone agricole.
“Nelle campagne - sottolinea la Coldiretti - si assiste al moltiplicarsi di furti di attrezzature agricole, racket, abigeato, estorsioni, del pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe all’Ue e caporalato.
Tra i fenomeni preoccupano le intromissioni nel sistema di distribuzione e trasporto dei prodotti, che danneggiano gli operatori sotto il profilo del corrispettivo pagato agli imprenditori e aumentano in modo anomalo i prezzi al consumo”.
La Coldiretti propone di “lavorare per il superamento della situazione di “solitudine” nelle campagne invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la pubblica amministrazione”.
“Non si può accettare che un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune, sia vittima - sottolinea la Coldiretti - di inquietanti fenomeni malavitosi e di mafia che umiliano uomini e il proprio lavoro e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini in termini economici e sanitari.
La qualità del made in Italy dipende dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che concorrono a realizzarlo".

Questa la denuncia ed i nostri attuali ministri cosa fanno ?
Operazioni di facciata, se pur dirette a delle persone indigenti, ma non è dato di sapere sino a che punto siano atte a risolvere il problema della vecchia e nuova povertà, aumentata a disdisura.
Si guarda alla pagliuzza e si dimenticano le travi !
Si fa tanto can can sulla riduzione della tassazione sulle ore di lavoro straordinario ma vengono esclusi da tale beneficio i pubblici dipendenti tra i quali vi sono anche le Forze dell’Ordine.
Altro che “pacchetto sicurezza” il quale è stato utilizzato per introdurre di soppiatto una norma salva Premier ovvero, secondo un deprecabile stile proprio di alcune dittature sudamericane, l’uso delle Forze Armate per problemi di ordine pubblico,
Facciamo il caso che la pattuglia di una radiomobile dell’Arma dei Carabinieri nel corso del giro di pattugliamento notturno arresti, in prossimità della fine del proprio turno, un tizio in flagranza di reato; credete che tutto finisca lì ?
Certamente no perché debbono seguire da quel momento in poi una serie di procedure tra le quali: l’avviso al PM di turno, la rilevazione delle impronte digitali e foto segnaletiche con relativa trasmissione ai casellari centrali e, finita la trafila, scatta la sorveglianza del detenuto rinchiuso nella cella di detenzione.
Ore straordinarie che si sommano alle altre già effettuate che, spesso, superano il plafone prestabilito per cui rimangono non retribuite e quelle regolarmente pagate non sono sottoposte alle agevolazioni previste per il lavoro privato.
Da una parte si riempiono la bocca con la “sicurezza” e dall’altra se ne fregano perché sanno che questo problema è servito solamente ad impaurire la gente durante il periodo elettorale, fornendo peraltro cifre “taroccate”.
Senza considerare che la maggioranza dei reati viene consumata tra le mura di casa e quelle che avvengono in strada si possono prevenire solamente con un aumento degli operatori addestrati che fanno parte delle Forze dellOrdine.
Il giulivo ministro Tremonti, padre della finanza creativa, che fa ?
Si comporta come quell'intellingentone che, se piove dentro le aule di una scuola invece di far rifare il tetto compra centinaia di secchi per raccogliere l’acqua piovana; sino a quando, poi, il tetto crolla ed allora si chiude la scuola.
Il caro spesa, come ha rilevato la DNA, può essere arginato non solo ma soprattutto con la lotta alle attività delle mafie; l’esempio di Palermo, tanto per farne uno, lo dimostra.

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