venerdì, agosto 29, 2008

Corsi e ricorsi storici - Il Papa re -1


OGGI COME IERI ?
NOOOOOOO !!
PEGGIO DI IERI!
PERCHE’ SIAMO RITORNATI INDIETRO DI CIRCA 80 ANNI

Che esagerazione penserete;
forse che si, forse che no, rispondo;
comunque spetta a voi deciderlo.

Ricorderete certamente la lunga ed accesa diatriba sorta nel corso della trascorsa legislatura a seguito del solo accenno da parte di alcuni deputati di voler riconoscere giuridicamente le c.d. “coppie di fatto" le quali, secondo le stime elaborate dall’ISTAT nel 2007 ammontavano a 500.000 nuclei , riguardanti però solamente le coppie eterosessuali.
Negli ultimi dieci anni questi nuclei familiari erano addirittura raddoppiati mentre un netto calo veniva registrato nei matrimoni, specialmente in quelli religiosi.
Il 15 % dei figli – circa 80.000 all’anno – erano nati fuori dal matrimonio mentre 10 anni prima ammontavano ad appena l’8%
Le coppie multietniche- dato 2005- erano passate dal 4,8% di dieci anni prima al 12,5.
Nel 2004 si erano registrate 80.000 separazioni legali e 45.000 divorzi.
Quello che veniva sottolineato in vari studi ed in molti articoli di stampa era la circostanza di come questo mutamento di “costume” avesse intrapreso un cammino inarrestabile; anche se questo fenomeno, rispetto ad altri Paesi europei, era ancora alquanto limitato.
Le cause ? Moltissime e non è questo lo spazio per soffermarci compiutamente: posso solo qui precisare che tra i fattori più evidenti sono:
- precarietà del lavoro;
- stipendi assai ridotti rispetto al mercato europeo;
- mancanza di case ad affitto decente;
- composizione sempre più multietnica della coppia;
- lo scarso peso economico di una famiglia spesso determinante nel causare improvvise separazioni;
- la mancanza di una tutela giuridica dei diritti della famiglia di fatto;
- radicato disprezzo verso tutti i diversi da parte della destra sempre più neonazista e fascista
e così via.
Si registrava però una profonda differenza sull’incidenza di questo fenomeno tra Nord e Centro ed il nostro Sud.
Nella prima fascia territoriale si registravano 3,8 matrimoni su ogni 1.000 abitanti contro i 4,9 del Sud; inoltre in ben 28 capoluoghi del Centro Nord i matrimoni civili superavano di gran lunga quelli religiosi.
Questa debita premessa con tanti numeri e percentuali non deve essere interpretata solamente come una valida statistica; occorre tenere a mente che dietro a questi numeri, e solamente come tali li ha ritenuti sempre il centrodestra con l’appoggio delle autorità vaticane,vi sono sofferenze, discriminazioni ingiustificate anche da parte delle leggi pur in contrasto con la nostra Costituzione, drammi che potevano essere evitati se uno Stato laico e democratico avesse preso seriamente in considerazione questo comparto della popolazione italiana.
Ma non è stato così per la strenua opposizione dell’allora minoranza, anche se alcuni dei suoi capipopolo di "famiglia" ne aveva due ed anche di più.
Defensor fidei di assai dubbia moralità !
DICO o non DICO ?
Cosi scrissi in data
mercoledì,07 marzo 2007
DICO
Il Papa Re – I^ parte
”Imbattersi in Giovanardi di primo mattino è un’esperienza dura.
A Omnibus dovrebbero almeno avere l’accortezza di mettere in sovrimpressione la scritta: nuoce gravemente al buonumore.
Comunque, la discussione di ieri sui Dico è stata interessante per alcuni elementi di informazione forniti dai giornalisti Amicone di “Tempi” e Politi di “Repubblica”, pur in polemica tra loro.
Parlavano della successione al cardinal Ruini e Politi ha definito la questione per lo meno confusa, visto che i vescovi si erano espressi a favore del cardinal Tettamanzi e poi non se ne è fatto più niente.
Amicone ha chiarito che il capo della Cei non lo decidono i vescovi, ma il Papa, che è un sovrano assoluto.
Anche se, come ha ricordato Politi, in altri Paesi, le conferenze episcopali eleggono il loro presidente.
In Italia no.
Così come in Italia non passano leggi già approvate in altri Paesi cattolicissimi.
Ma la vera domanda è: come può uno Stato assoluto dettare legge a un Parlamento democratico ?
Maria Novella Oppo - L’Unità, “Fronte del video” - 21 febbraio 2007
PREMESSA
Ho scelto non a caso questo stringato articoletto, stavolta poco satirico ma molto serio, in quanto la domanda finale della Oppo è tale e quale quella che si pone, secondo gli ultimi sondaggi Swg, effettuati tra il 10 e 13 febbraio, sui DICO, la stragrande maggioranza degli italiani.
Infatti, questo sondaggio ha rilevato come l’80 % degli interpellati sia favorevole ai DICO e di questi ben il 52 % li vorrebbe applicabili a tutte le coppie, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, mentre il 28 % lo limiterebbe alle sole coppie eterogenee.
Solamente il rimanente 20 % si è dichiarato, invece, contrario all’approvazione del DDL sui DICO.Andando oltre, degli interpellati dichiaratisi cattolici il 67 % si è espresso favorevolmente in merito ai DICO mentre il 33 % - 1 su 3 degli interpellati – è contrario.Il 60 % ritiene che il governo abbia fatto bene a portare avanti, nonostante la contrarietà del Vaticano, questa tematica, il 36 % che abbia fatto male mentre il 4 % ha preferito non rispondere a questo particolare quesito.
Infine, il 60 % non approva che la Chiesa cerchi di “condizionare le leggi dello Stato” mentre il 35% lo ritiene, almeno su queste tematiche, giusto.
D’altra parte, su quest’ultimo punto, un analogo sondaggio, per la verità poco reclamizzato, svolto da Eurobarometro evidenziava come il 62 % degli italiani ritenesse la religione cattolica come “troppo invadente” nella società.
Da un altro sondaggio svolto on- line dal Corriere della Sera, pur considerando come chi ha votato, ben 24.000 persone, non rappresenti da un punto di vista statistico la popolazione italiana, è emerso che il 67,3 % è favorevole ai DICO mentre per il restante 32,7 % questo nuovo istituto civilistico rappresenterebbe un “matrimonio di serie B che minaccia l’integrità della famiglia” tradizionale, aggiungo io.
Ciò doverosamente premesso, vediamo di dare una risposta alla domanda posta dalla maggioranza degli italiani fatta propria dalla Oppo.
Lo farò in questi giorni in quanto occorrerà rivedere e puntualizzare le norme che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa partendo prima dall’esame dei Patti Lateranensi del 1929, riveduti e modificati dal successivo Concordato ratificato dalla Legge 25 marzo 1985, n. 121.
Senza però dimenticare i due diversi momenti storici in cui vennero firmati i Patti e la nuova legge del 1985.
E’ innegabile che le dittature fasciste europee dell’epoca, specie quella da noi subita, trovarono attraverso la stipula di accordi con la Chiesa una vera e propria legittimazione, anche se di mera facciata, utilissima però a scopo propagandistico.
Nel 1929, a memoria di tutti, si era in Italia nell’epoca della dittatura mussoliniana, nel 1934 in Germania era al potere il nazionalsocialismo hitleriano del Reich, nel 1936 in Spagna il regime del generalissimo Franco e nel 1940 in Portogallo comandava il dittatore Salazar.
E’ interessante vedere che fine fecero in seguito questi 4 “concordati” stipulati per ragioni “politiche” in quei tristissimi tempi.
Da noi vennero riveduti e modificati, come già anticipato, nel 1985 ; gli altri quando e come lo vedremo in prosieguo.
FINE
prima parte

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