giovedì, agosto 07, 2008

Il dovere di comunicare

SCRIVO,QUINDI SONO
Alcuni amici che seguono da anni quanto vado scrivendo mi hanno chiesto in questi giorni se non sia il caso di passare ad un altro passatempo.
Le tue sono parole travolte da un vento impetuoso che disperde nel nulla ogni opinione che contraddica quella proposta dalla massa mediatica che inonda ogni casa attraverso varie forme di comunicazione.
Ho risposto che anch’io ero perfettamente consapevole di ciò ma che, nonostante tutto, avrei continuato a scrivere quello che sentivo dentro di me.
Una piccola fiammella che assieme alle tante altre che nutrono gli stessi intenti può assumere, a lungo andare, le dimensioni di una fiamma di una tale portata che può risvegliare molte coscienze ancora dormienti o rassegnate a subire per sempre ogni sorta di angheria.
Ho cercato uno scritto dello scorso anno con il quale avevo affrontato questa tematica che oggi, ritenendolo ancora d’attualità, lo ripropongo in parte, anche per dimostrare che non è sempre guerra tra opposte opinioni.
La democrazia è soprattutto il rispettare le idee, purchè non siano insane ed eversive, di chi non la pensa come te.

OCCHIO NON VEDE CUORE NON DUOLE
cantava Jovanotti

Il nemico si nasconde si mimetizza tra le pieghe della coscienza
la sua violenza è subdola il suo passo di gatto
difficile davvero coglierlo sul fatto
il nemico è tra noi è dentro di noi per farlo fuori occorre
rinunciare ad una parte di noi stessi se un tempo era più facile lottare
contro ciò che non andava perché il nemico una faccia ce l'aveva una voce,
una bandiera sapevi dove andare a prenderlo in giro la sera
aveva nomi e facce ……..”.
NON C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE
affermavano un tempo i nostri vecchi nonni e bisnonni in quanto credevano nella sincerità di chi li circondava, nella loro genuinità comportamentale, nel loro spirito improntato ai valori semplici ma più nobili della vita: il reciproco rispetto e la solidarietà.
Quale differenza esiste tra questi due detti popolari?
Sono l’esatta rappresentazione di due modi di vita completamente differenti l’uno dall’altro:- loro non avevano ancora né radio né TV né, ignari fortunati , i cartelloni pubblicitari con le facce e gli slogan dei candidati di turno in ogni tipo di elezioni e la saggezza che anno dopo anno accumulavano era il frutto della osservazione dei fatti che coinvolgevano la loro vita, quella dei loro vicini di casa, degli amici con i quali si incontravano spesso, scambiandosi le reciproche esperienze, seduti sulle panchine delle piazzette antistanti il sagrato della chiesa o nell’osteria del paese, sorseggiando un bicchiere di vino a buon prezzo ma comunque migliore e sicuramente più genuino di quello di oggi.
Vicini alla natura, ne interpretavano tutti i segnali e ne traevano insegnamenti onde adeguare ai tempi il loro vivere quotidiano.- noi, invece, siamo all’avanguardia di tutto ed abbiamo persino più di quanto pochi anni or sono potevamo immaginare allorchè anche quel poco appariva ancora come il racconto di una delle avventure immaginarie scritte da Giulio Verne.
Ma, martellati come siamo attraverso questi mezzi di comunicazioni ad ogni ora del giorno o della notte ci siamo impigriti al punto tale da rinunciare a ragionare, dando piena fiducia a quanto ci viene raccontando l’imbonitore di turno attraverso le televisioni e le radio di un tizio invisibile ma incombente in maniera determinante sulla vita di noi tutti: non ci somministra consigli sulle merci che deve vendere ma proclami, promesse e, come condimento, odio verso chi non la pensa come lui.
I nostri predecessori valutavano il reale mentre noi, abbandonando o per stanchezza fisica o per il continuo martellamento ogni lotta contro gli impostori, abbiamo incominciato a non ragionare più con il nostro cervello e ci siamo a poco a poco abbandonati , senza alcun freno o senso critico, in mani poco pulite, tese sì verso di noi ma per tornaconto altrui.
Oggi la metà degli italiani crede più alle parole che ai fatti perché caduta in una trappola perversa lentamente ma sapientemente preparata ad arte da chi poteva farlo con i numerosi e potenti mezzi di cui disponeva.
Ricordate Wanna Marchi & soci ?
Aveva solo un modesto spazio di tempo su alcune TV private eppure con il suo dire ed il suo modo di fare è riuscita ad abbindolare migliaia e migliaia di persone e, nonostante tutto, oggigiorno c’è ancora una moltitudine di persone che crede nelle fattucchiere, ai santoni di turno, ai ciarlatani che promettono la guarigione da malattie incurabili, ecc…
La credulità incondizionata è come un virus che annienta la mente e le coscienze di ognuno di noi.
Vi chiederete, il perché stia tirando fuori queste riflessioni proprio adesso.
La ragione c’è ed è duplice.
Cadono queste mie osservazioni a puntino perché:- punto primo: la motivazione che mi ha spinto ad aprire un altro blog su MyBlog di Alice
“IL DOVERE DI COMUNICARE”
è stata quella di poter raccontare dei fatti di vita quotidiana, porgere qualche mia riflessione senza insistervi su troppo affinché ogni bloggista potesse poi rifletterci su ed anche, se del caso, documentarsi al fine di capire come stiano effettivamente le cose, la verità;-punto secondo : io esco di buon mattino con il mio cane quando incomincia ad albeggiare, percorro in lungo ed in largo il parco antistante casa mia e poi mi dirigo verso la vicina edicola per comprare i giornali che leggo da quasi una vita; poi ritorno a casa e sul percorso incontro un medico che abita in una villetta sita in una via vicina alla mia, anche lui con due cagnolini.
E’ di idee politiche molto diverse da quelle mie ma non per questo ci picchiamo, ci insultiamo ma ci parliamo, ognuno difendendo le proprie posizioni, in un civile confronto perché da persone consapevoli di vivere in un Paese democratico riteniamo entrambi che sia giusto ed essenziale che ci siano dei cittadini che la pensino diversamente.
Avendo appreso che uno schieramento politico appartenente alla stessa coalizione da lui preferita non avrebbe votato al Senato il rifinanziamento della missione in Afganistan e che, per questo il Governo sarebbe caduto per la mancanza del raggiungimento del quorum, gli chiesi, ridendo, il perché del non voto, anche se la manovra è palese, sotto gli occhi di tutti.Mi ha risposto perché la loro richiesta di armare di più i nostri militari era stata respinta; alla mia domanda di chi avesse tirata fuori questa storiella delle armi inadeguate ed insufficienti mi rispose che lo aveva sentito dire in TV da Gasparri (il medico non “tifa” per il partito di quel parlamentare).
Mi sono messo a ridere e gli ho posto sotto gli occhi un titolo a quattro colonne che diceva:
“A HERAT POSSIAMO DIFENDERCI
Assistiamo i civili, ma gli armamenti sono adeguati”
L’intervistato, proprio in questi giorni, è il
Generale di Corpo d’Armata Antonio Satta,
ex comandate della divisione FOLGORE ( i cui soldati erano stati inviati al massacro in Africa nel corso della seconda guerra mondiale proprio dal partito i cui diretti eredi sono gli attuali protagonisti politici di quello che accoglie tra le sue fila l’on. Gasparri) ed ora capo del contingente NATO nella regione ovest dell’Afganistan.
Ha scosso la testa e, dopo aver rivolto un epiteto nei confronti di quel parlamentare, salutandomi con un sorriso sulle labbra, è ritornato sui suoi passi.
Domani sarà un altro giorno, non solo perché è domenica, ma perché spero che sia per tutti migliore di ieri e di oggi e con meno creduloni in giro.

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