domenica, marzo 01, 2009

Caso Eluana ed il fermento del mondo cattolico

CATTOLICI, PENSIAMO AD UN CONCILIO
VATICANO III
di
Vito Mancuso

Vi chiederete chi sia questo personaggio; me lo sono chiesto anch’io dopo aver letto su “la Repubblica” di mercoledì 25 febbraio 2009 un suo articolo avente come titolo quello che ho inteso porre quale titolo di questo mio post.
Il suo curriculum tratto da Wikipedya
Vito Mancuso, nato in Carate Brianza il 9 dicembre 1962, è un teologo italiano, docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’università
Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Al centro del suo lavoro sta la costruzione di una "teologia laica", nel senso di un rigoroso discorso su Dio, tale da poter sussistere di fronte alla filosofia e alla scienza.
Mancuso è al centro di aspre polemiche per la presunta incompatibilità di alcune sue tesi con il nucleo teologico-dogmatico tradizionale della fede cristiana.
Mancuso si è pronunciato a favore della contraccezione "per prevenire la tragedia dell'aborto"
Le sue opere
L’anima e il suo destino, Raffaello Cortina, 2007 (con prefazione di Carlo Maria Martini)
Per amore. Rifondazione della fede, Mondadori, 2005
Il dolore innocente. L'handicap, la natura e Dio, Mondadori, 2002, con prefazione di Edoardo Boncinelli
Le preghiere più belle del mondo, Mondadori, 1999 (insieme all’abate benedettino Valerio Cattana)
Dio e l'angelo dell'abisso, Città Nuova, 1997 (con prefazione di Mario Luzi)
Hegel teologo, Piemme 1996
L'anima e il suo destino

« Il principale obiettivo di questo libro consiste nell'argomentare a favore della bellezza, della giustizia e della sensatezza della vita, fino a ipotizzare che da essa stessa, senza bisogno di interventi dall'alto, sorga un futuro di vita personale dopo la morte. »
(Vito Mancuso, l'anima e il suo destino)
L'anima e il suo destino ha superato le 120.000 copie vendute (a maggio 2008), ed è diventato un dibattuto caso editoriale e culturale.

Il caso della povera Eluana Englaro e le polemiche “ contro” ad esso conseguenti hanno favorito il proliferare di articoli scientifici e di carattere esclusivamente etico- religioso a sostegno di papà Peppino qualificato, anche da alti prelati, come un “assassino”- ecco dove risiede il seme della violenza e della mancanza di carità cristiana- e da parte di alcuni politici che vorrebbero imporre a tutti il proprio volere con la forza del loro potere.
Su questa stessa linea si è avventurato anche il ministro Sacconi il quale, secondo il parere del Tribunale dei Ministri, dovrà rispondere del reato di “violenza privata”per aver emanato un atto di indirizzo a tutti gli ospedali, cliniche ed altri simili luoghi di ricovero, di non ammettere nei loro edifici Eluana e la sua equipe medica pena, in caso di atti difformi da tale atto , “conseguenze immaginabili”
A seguito di siffatta imposizione la Casa di Cura città di Udine si vide costretta a ritirare la propria disponibilità già dichiarata e, quindi, si rese necessario il ricovero di Eluana presso la struttura “La Quiete”.
L’iniziativa del ministro, dietro denuncia dei Radicali e dell’associazione Nessuno tocchi Caino venne ritenuta dal Tribunale dei Ministri di Roma - ad evitare equivoci preciso che il collegio è formato da magistrati e non da politici- fondata perché integrava la violazione del reato di “Violenza Privata” nei confronti della Casa di cura città di Udine.
Valutato che il reato era stato consumato ad Udine, quello di Roma ha trasferito per competenza territoriale il procedimento contro il ministro Sacconi al corrispondente Tribunale di quella città
Era il minimo che si potesse fare perché si tratta di un reato alquanto grave.
L’art. 610 C.P. , inserito sotto la Sezione dei “Delitti contro la libera morale” e rubricato, come “Violenza privata” così recita:
“Chiunque con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni.
La pena è aumentata se concorrono le condizioni prevedute dall’art. 339.”
Circostanze aggravanti che nella specie non sussistono; tuttavia è stata una bella e buona minaccia di pesanti ritorsioni da parte di un ministro con delega anche alla Sanità a fronte della quale era difficile il non chinare la testa e dire come conseguenza il fatidico
“OBBEDISCO”
Ma di esposti ve ne sono stati anche molti altri nei confronti di papà Peppino e della equipe medica di Eluana:
14 persone in tutto .
Circa 50 , presentati da alcune associazioni – prima fra tutte quella denominata “Comitato Verità e Vita”.
Si tratta di un atto dovuto ha precisato il Procuratore della Repubblica di Udine che, a fronte di una serie di esposti non poteva effettivamente fare altro anche se credo che verrà ben presto archiviato mentre prenderanno subito vita denunce per “Calunnia”in quanto in questo conteso la calunnia non è solo un “venticello”, come canta Don Basilio nel Barbiere di Siviglia, ma un reato grave contro l’Attività giudiziaria previsto e punito dall’art.368 C.P.
Art. 368 Calunnia
Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all'Autorita' giudiziaria o ad altra Autorita' che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, e' punito con la reclusione da due a sei anni.
La pena e' aumentata se s'incolpa taluno di un reato pel quale la legge stabilisce la pena della reclusione superiore nel massimo a dieci anni, o un'altra pena piu' grave.
La reclusione e' da quattro a dodici anni, se dal fatto deriva una condanna alla reclusione superiore a cinque anni; e' da sei a venti anni, se dal fatto deriva una condanna all'ergastolo.
Per l’omicidio l’art. 575 C.P., nella sua forma semplice, prevede la pena della reclusione non inferiore ad anni 21.
Ritorno, dopo questa lunga ma doverosa premessa, all’articolo del Prof, Mancuso.
Ho letto con interesse il suo lungo scritto con particolare riguardo ad alcuni punti riguardanti la storia dell’evoluzione del pensiero della Chiesa su problemi attinenti la sua stessa natura spirituale nonché quelli che, a loro volta, vanno a riflettersi sulla nostra vita quotidiana, sia nel campo sociale che in quella della stessa fede così come vissuta da credenti o atei.
Vi è, assieme a costoro, un ampio e significativo numero di credenti che fanno dei distinguo tra la fede verso un Essere superiore, comunque lo si chiami in tutto il mondo, e l’organizzazione della Chiesa con a capo il Vaticano retto da un sommo Pontefice.
Non sempre le linee guida partite da Roma hanno avuto la caratteristica dell’univocità; se da un lato questo fenomeno appare plausibile a causa del cambiamento delle condizioni della nostra vita terrena nel corso dei secoli non altrettanto comprensibile pare essere lo smentire di punto in bianco con messaggi impositivi una dottrina seguita per lunghi periodi per poi riabilitarla successivamente.
Io sono vissuto e sto vivendo oggi sotto il regno di ben 7 Papi e ne ho viste e sentite di tutti i colori:
- Pio XI ( papa Achille Ratti) – dal 1935, mio anno di nascita, al 1939 ed ho appreso qualcosa su di lui solamente per quello che ho avuto modo di leggere;
- Pio XII (papa Eugenio Pacelli)- dal 1939 al 1958; la seconda guerra mondiale, i bombardamenti su Roma ed il Papa fischiato al quartiere San Lorenzo raso al suolo nel corso di più ondate aeree da parte della RAF;non lasciò in me alcun rimpianto se non quello che mio fratello, nato il 2 marzo del 1939, data di nascita del Pontefice e della sua elezione al sommo seggio pontificio,venne chiamato in suo onore Eugenio;
- Giovanni XXIII (papa Angelo Giuseppe Roncalli) dal 1958 al 1963 .
Il Papa Buono eletto perché, non trovando un accordo e dopo tre giorni di fumate nere, i cardinali ritennero di eleggere un cardinale avanti nell’età perché facesse il Navigatore della Chiesa per un periodo abbastanza contenuto: un traghettatore che invece, nonostante i bastoni tra le ruote della Curia romana, sconvolse in meglio la Chiesa.
Seguirono alla sua morte altri 4 papi ma, essendo storia di oggi, indico solo i loro nomi senza altra precisazione:
- Paolo VI (papa Giovan Battista Montini) dal 1963 al 1978);
-Giovanni Paolo I ( papa Albino Luciani nel 1978 –morto ad appena 36 giorni dall’elezione);
- Giovanni Paolo II ( papa Karol Jòsef Wojtyla)il papa straniero (dopo ben 455 anni- 1523 - Adriano VI
di nazionalità olandese) dal 1978 al 2005;
- Benedetto XVI (papa Josef Ratzinger) dal 2005.
Ognuno di questi papi ha fatto la storia della Chiesa romana così come la sta facendo oggi il nostro attuale Papa, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ( CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI ),
così chiamato dal 1962 quello che era stato sino ad allora il famigerato
SANT’UFFIZIO.
Card. Ottaviani prima poi Ratzinger uniti sulla stessa linea “dura”su tutti i fronti, ma in specie nei confronti di quei prelati sudamericani i quali, presa coscienza della realtà socioeconomica latinoamericana, divennero fautori della
TEORIA DELLA LIBERAZIONE
la quale, pur prendendo spunto dal Concilio Vaticano II che aveva riscoperto una Chiesa “popolare”,
a loro dire, recepiva teorie marxiste, ritenute tali la lotta contro la povertà e le dittature di destra che imperavano e che imperano tuttora nel Sudamerica.
Anche se papa Woytyla, che di dittature se ne intendeva molto, dopo l’assassinio di mons. Oscar Romero, ebbe a riconoscere in una sua lettera indirizzata alla Conferenza Episcopale Brasiliana che la “Teologia della Liberazione” aveva un ruolo importante “buono,utile e necessario”per la difesa dei poveri.
Aspettiamo con curiosità la promessa enciclica contro l'idolatria del denaro e l'avarizia che, finalmente, dovrebbe far uscire la Chiesa dai palazzi vaticani perché possa stare vicina alla gente che soffre fisicamente e moralmente questa enorme e disastrosa crisi economica, assolutamente dimenticata o, quanto meno, sottovalutata dall’attuale Governo impegnato su altri fronti, quelli per danneggiare ancor di più i lavoratori.
Debbo confessarvi che alcune teorie del Prof Mancuso corrispondono al 100 % alle cognizioni di chi si ritiene credente, anche cattolico ma, in primis, un cittadino di uno Stato laico.
Una riflessione a 50 anni dall’annuncio da parte di papa Giovanni del Concilio Vaticano II°

sull’esito del quale, a distanza di mezzo secolo, si parla ancora.
Bene da parte dei fedeli e da chi, pur essendo credente, non è un cattolico praticante, non tanto bene, salvo eccezioni, dalle stesse gerarchie ecclesiastiche, le stesse che a suo tempo tentarono di dissuadere il Papa Buono dal convocarlo.
Stanno tentando, oggi, di smantellarlo pezzo dopo pezzo.
Ma non c’è dubbio alcuno sull’esistenza di molti fermenti allo stesso interno del mondo ecclesiastico ad opera di coloro che ritengono la Curia romana lontano dai fedeli bisognosi, dei poveri insomma, degli oppressi, e che, invece di accodarsi a questo od a quel governo, non reagisce fortemente a fronte di politiche prettamente classiste e dittatoriali.
Eppure il Concilio Vaticano II determinò una decisa svolta rispetto ai papati precedenti non solo liturgica ma
sostanziale perché, nel tentativo di riallacciare i rapporti con le altre religioni cristiane, e non solo, affermò solennemente, attraverso la dichiarazione
Dignitatis humanae
la libertà di ogni uomo di determinare da sé la vita spirituale ed umana che intendesse percorrere.
Una innovazione decisamente importante alla stregua di come la nostra attuale Costituzione ha sorpassato lo Statuto Albertino.
Ma il Vaticano II non fu il solo a cancellare il passato ancorato a principi restrittivi sulla libertà dell’uomo.
Come esempio, il prof. Mancuso ricorda come nel 1832 Gregorio XVI scomunicò Robert de Lamennais, prete, filosofo, teologo e giornalista francese, per aver sostenuto in materia religiosa la libertà di coscienza definita dal Papa come un “delirio” .
Il Concilio Vaticano II approva, con la surrichiamata Dignitatis humanae, quel “delirio”.
Nel 1950 Pio XII° condanna la dottrina della”nuova teologia”allontanando i suoi seguaci dall’insegnamento religioso, tra i quali il gesuita Henry de Lubac, che viene chiamato da Papa Giovanni a partecipare al Concilio e verrà poi nominato cardinale da Giovanni Paolo II.
Come può notarsi con l’attuale papato si sta andando a ritroso nel tempo, quanto meno di un secolo, ed è oramai chiaro come quello della libertà da parte degli uomini di scegliersi la religione che ritenevano più consona alla propria cultura, tradizione e vocazione, appartenga oggi al passato nonostante che, nel nostro mondo di oggi, parlo dell’Italia, vige una Costituzione che della libera scelta dei cittadini è uno dei cardini della nostra democrazia.
Vaticano da un lato ed Italia dall’altro sono due Stati separati ed autonomi.
Se uno vuol scegliersi una religione diversa da quella Cattolica Apostolica Romana può farlo liberamente perché è un suo diritto farlo e lo Stato non può in alcun modo impedirglielo e tanto vale anche in ogni campo; anche in quello che attiene alle scelte di rifiutare tutte le forme coercitive della sua volontà specie allorchè si entra nella sfera della completa autonomia decisionale di un essere umano sancita e tutelata dalla nostra Costituzione.
Ritornerò sul tema relativo alla
Teoria della Liberazione.

Nessun commento: