martedì, marzo 03, 2009

Il ritorno del ribaltaro - 1

Ripetizione del post.

L'ho postato ieri ma per errore l'ho cancellato oggi.
Evito di reinserire dopo le altre vignette 

IL RITORNO IN CAMPO DI MASTELLA

 che ha trovato asilo politico nel PDL; e dove altrimenti ?

Uno più uno meno che male fa, però farà compagnia agli altri pregiudicati ed indagati già presenti in quel paradiso terrestre  della politica fai da te mentre il popolo aspetta.

Si era sparsa la voce che il procedimento penale  aperto presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere  a suo carico oltre ad altri personaggi tra i quali la moglie Sandra Lonardo ed il suocero Carlo Camilleri, è stato trasferito a Napoli e si attende, una volta passata positivamente dal giudizio del Tribunale del Riesame nonché della Corte di Cassazione, si è in attesa dell’emanazione della richiesta di rinvio a giudizio di tutto il clan ceppalonico.

In particolare a Mastella vengono imputati i reati di concussione – 3 – abusi d’ufficio – 3 – ed 1 rivelazione di segreti d’ufficio.

Già da allora avevo scritto qualcosa che da oggi vi riproporrò assieme a tutti i capi d’imputazione elevati al clan del Campanile e tanto per rendersi conto di chi stiamo parlando.

Un pozzo maleodorante di affari illeciti messi in atto non per il bene del popolo italiano ma per un ristretto gruppo di persone.

Per ripicca fece cadere assieme ad un altro bel tomo, Dini, il governo Prodi dopo promessa, poi non mantenuta, di qualcuno di erigergli un monumento in Parlamento che l’avrebbe immortalato nei secoli avvenire.

Non fu così ma oggi ritorna di moda, un campanile è sempre un campanile, ma non qui da noi ma lo esporta in Europa dove probabilmente nessuno lo conosce ancora del tutto per quello che in realtà è.

Incomincio con la prima di una lunga serie di puntate.

Eccola qua la “Mastelleide” che ho voluto dedicargli.

Cronache dal domani

Anno 4000

Prima parte

L’ULTIMA CENA IN COMPAGNIA

Si narra che, ritenendo il vitto che passava il convento non soddisfacente e che il ruolo affidatogli gli andasse molto stretto, il protagonista di questa storia incominciò a pensare:
“Io non credo di passare alla storia per essere stato un ministro di questo governo; debbo quindi, per riuscire a farmi ricordare per tutta l’eternità, trasformarmi subito in qualcosa di diverso, indossando i panni di un qualcuno il cui nome, anche dopo duemila anni, sia ancora
  sulla bocca di tutti”.
Fu così che l’uomo ebbe ad assunse il ruolo reso celebre da

GIUDA ISCARIOTA.

Un tale voltafaccia scatenò a quel tempo un pandemonio, uno scossone talmente violento che causò la caduta di un palazzo,

quello romano denominato Palazzo Chigi.
Da quel momento dovette arrangiarsi al suo meglio possibile, mangiando non più in compagnia

Ma da solo.

cibandosi con i frutti dei suoi feudi molisani.
Ben conoscendo il detto secondo il quale
CHI NON MANGIA E BEVE IN COMPAGNIA E’ O UN LADRO OD UNA SPIA
Ma lui, per due considerazioni, era tranquillo sia perché voleva mangiare solo lui che per non essere né un ladro od una spia bensì solamente un modesto
TRADITORE
Questa nuova vita gli durò però per pochissimo tempo, neanche una settimana si disse allora, poiché il famelico appetito di costui , che per gli ingenui passava per un personaggio clemente, fece sì che le scorte cibarie accumulate in tanti anni di militanza parapolitica si esaurissero.
Andò quindi in giro bussando sull’uscio di coloro che l’avevano sempre adulato ma nessuno si curò di aprirgli; un brutto colpo per l’uomo oramai evitato da tutti, qual fosse un monatto.
Affermava di sapere di tutto, citava nelle sue esternazioni ad occhi stralunati anche alcuni versi, quelli che a lui facevano comodo, di una poesia di Pablo Neruda, ma aveva una corta memoria;
aveva dimenticato che coloro che tradiscono un patto, un giuramento, dei colleghi e gran parte di un popolo sono stati sempre cacciati via da ogni consesso civile, come si fa con i cani in chiesa.
Quindi niente Vaticano ma neanche presso la sponda dove ogni giorno un partito cambiava nome; qui poi non c’era più posto, così gli venne detto da un tizio di cui nessuno ricorda più il nome su ordine di un altro dimenticato da Dio e dagli uomini.
Alla fine il ras dei ras, mosso da una finta compassione, chiamò l’ideatore dei suoi precedenti pseudo partiti per chiedergli di crearne uno nuovo di zecca che avrebbe dovuto prendere, almeno temporaneamente, il posto del precedente per poter infilargli dentro un neo adepto.

E così avvenne che quest’ultimo finì, spinto da Fini e Casini, nella vasca ideata dal fondatore dei berluscones, scomparendo dalla faccia della terra senza lasciare alcuna traccia di sé, altro che ricordarlo per l’eternità.
A noi posteri rimane solamente questa vignetta, gelosamente conservata da uno che, a quanto pare, sembrerebbe che abbia assistito in diretta televisiva l’intera seduta tenuta il 24 gennaio 2008 presso il Senato della Repubblica Italiana, ridotto ad un vergognoso bivacco organizzato da molti ultras della politica con tanto di aggressioni non solo verbali ma anche fisiche con contorno di uno sputo in faccia.
Costoro, tra i quali molti diretti discendenti di un regime totalitario che ebbe a governare l’Italia per un ventennio, avevano poi avuto il coraggio di assumere il ruolo di garanti della vita civile democratica.
Bell’esempio che hanno dato ai nostri giovani ed a chi, in tutto il mondo ha potuto vedere in televisione gli spezzoni relativi a questi episodi e sentire gli schiamazzi della destra e della Lega quando parlavano sia Prodi che i senatori dell’Unione; la peggior curva di uno stadio occupata da scalmanati.
Bell’esempio da persone sulla cui maturità avevano fatto conto i Padri della nostra Repubblica.
Ho spulciato vecchi archivi, sia pure mal custoditi, nei quali sono conservati gli atti parlamentari riguardanti tutte le sedute di quella che venne chiamata
ASSEMBLEA COSTITUENTE
Mi ero chiesto il motivo del perché fosse stato introdotto un sistema bicamerale sulla base del quale ogni provvedimento approvato da una Camera dovesse, prima di essere promulgato, passare all’altra per ottenerne anche la sua approvazione.
Si creavano in tal modo molte perdite di tempo per non parlare poi della circostanza che se la seconda Camera correggeva o sostituiva parte di uno o più articoli ovvero ne introduceva dei nuovi, il provvedimento legislativo doveva necessariamente ritornare alla Camera che l’aveva congedato per prima per essere definitivamente approvato con una seconda votazione; salvo che venisse ancora ritoccata anche in quest’ultima sede con la conseguenza di un ulteriore dietrofront.
Si disse che il Senato dava garanzie di saggezza, essendo i senatori più anziani dei deputati; diversificata era allora, come oggi ma con un abbassamento dei limiti previgenti, l’età necessaria per godere del diritto dell’elettorato attivo e passivo nelle elezioni per la Camera dei deputati che per il Senato.
Dopo la caduta del fascismo ed in una democrazia repubblicana appena nata dalle ceneri di una sciagurata guerra mondiale, quell’accorgimento poteva anche considerarsi una regola di tutto rispetto, ma dopo 60 anni ?
Anche se lo spirito del fascismo in Italia non è mai morto in quanto ha continuato ad aleggiare con continuità, penetrando in ogni anfratto della vita civile, pur essendo un refuso di un tempo lontano; faceva, comunque, da baluardo al suo ritorno in massa l’anima della democrazia assorbita da oltre mezzo secolo dalla maggioranza del popolo italiano.
I veri pericoli per la democrazia furono però anche altri, personificati da elementi che con mezzi leciti ed illeciti hanno cercato, buttandosi in politica per far credere di lottare per gli interessi di tutti, di riempire, riuscendoci, le proprie saccocce a danno di quelle dell’intera comunità nazionale.
Un brutto esempio che contribuì a far notevolmente abbassare il livello etico-morale della nazione.
“Avanti popolo alla riscossa, bandiera rossa bandiera rossa…..”
cantavano gli aderenti al Partito Comunista Italiano ma
dalla fine del XX° secolo per continuare nel XXI°
lo stesso slogan, cambiando il colore della bandiera in azzurro, venne usato da un personaggio che, con l’aiuto di una coorte di fedelissimi servitori, scese necessariamente in politica, essendo uscito di scena il suo santo protettore, per salvarsi dalla bancarotta e dal carcere.
Ci riuscì con le buone e le cattive, ricreando per prima cosa quel culto della personalità di staliniana memoria e plagiando la mente di molti italiani.
Ma non finì qui perchè riuscì anche, nonostante i comunisti da lui accusati di tutto, a diventare l’uomo più ricco d’Italia.
E’ passato oramai molto tempo e di lui si ricordano solamente, per bocca dei pronipoti dei pronipoti di allora di quanti soffrirono a quei tempi,

LE MIGLIAIA DI BALLE
che propinava giorno dopo giorno
URBI ET ORBI
Già, a proposito di orbi nella lingua non latina ma in quella del dolce stil novo; proprio loro hanno favorito che costui si impadronisse di tutto quanto lui volesse, anche, senza sborsare un centesimo, delle loro menti.

 

 

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