lunedì, marzo 16, 2009

Si avvicina la primavera








El cantastori;
ma è quello a destra per chi guarda il vero ed unico Barbapedana

Siamo oramai prossimi alla primavera; ricordatevi però che il 21 marzo è anche il
GIORNO DELLA MEMORIA PER LE VITTIME DI TUTTE LE MAFIE
nei loro confronti non possiamo fare più nulla ma, nel ricordo di queste vittime , sarà possibile alimentare e far crescere sempre di più con il nostro volere una forza d’appoggio all’attività di personaggi “eroici” che lavora, a proprio rischio e pericolo, per debellare il malaffare organizzato: una vera e propria cancrena che si è andata estendendo in tutta Italia sino ad entrare anche in Parlamento, ed ancora più in su, attraverso persone più che compiacenti.
E’ oramai certo, ed in molti casi anche provato, che esiste una collusione tra personaggi politici, professionisti, imprenditori, anche famiglie apparentemente modeste e le mafie.
Abbiamo in mano, lasciando alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura il lavoro investigativo e punitivo che sta concretizzandosi con recenti successi d’alto significato, noi semplici cittadini un’arma importante, quello di non votare politici o pseudo tali che si presentano nelle elezioni, soprattutto in quelle degli Enti locali, che passano per personaggi compiacenti e pronti ad agevolare tutti i desiderata delle note “famiglie” in questione.
Ma ritorniamo alla primavera; si comincia ad alleggerirci d’abito, riponendo negli armadi, quelli invernali: pesanti ed ingombranti ma che in questo invernaccio gelido, nevoso e ventoso ci hanno fatto barbellare di meno rispetto alla lunga inclemenza del tempo.
Riassaporiamo il primo sole, ancor palliduccio, da tempo nascosto da nere nuvole colme di polveri sottili che oramai non fanno più notizia, essendo, sui cieli padani, elemento stabile di quell’aria che respiriamo.
I rami degli alberi si stanno ricoprendo di foglie, alcuni con i primi fiori e, chissà perché, ci domandiamo, vista la disastrosa situazione ambientale, se in futuro potremo ancora assistere al meraviglioso ripetersi di questo processo che la natura, pur molto imbronciata per tanta incuria nei suoi confronti , ci offre ancor oggi.
La stragrande maggioranza degli italiani conoscono ben poco del nostro Paese; abbiamo dei posti da visitare stupendi, non ancora violentati da mani delittuose che uccidono la natura attraverso colate di cemento, dei veri e propri angoli di paradiso dove ogni individuo riesce a convincersi di fare anch’esso parte integrante di questa natura ancora incontaminata.
Due o tre giorni bastano perché si possa realizzare questo miracolo; si ritorna quindi alle quotidiane occupazioni con un animo diverso in quanto si è riusciti a “depurarlo”, spogliandolo quasi per incanto, da tutte le ansie maturate che teniamo nascoste nel nostro io ma pronti a farle esplodere alla prima occasione.
Ma dobbiamo sbrigarci prima che, per il volere di una nuova legge, almeno così strombazza la “voce del padrone”, che consentirà a tutti di rifar scempio di quel poco di bello che ancora, nonostante tutto, ci rimane.
°°°°°°
Ma, detto questo, concludendo lo sfogo, debbo confidare che il vero scopo di questo mio pezzo è un altro.
Rovistando tra le montagne di ricordi sono riuscito a ritrovare il testo completo della canzone, la più famosa di Barbapedana, “el gilè”, che riporto qui di seguito, dedicandola a tal “CUORE PADANO” che ha voluto annotare alcuni miei post con dei suoi commenti.
Caro Cuore Padano, nelle mie vene scorre sangue siciliano perché mio padre e mia madre erano originari di quella terra stupenda e prodigiosa nonostante i molti pesanti problemi che tuttora la fanno apparire diversa da quella che in fondo è; si sono conosciuti e sposati a Milano ed io, pur di nascita padana e di studi medi inferiori ed universitari milanesi, mi sento più legato a quest’isola che alla mia terra natia.
Sono collocato politicamente in una posizione diversa dalla tua e la stragrande maggioranza delle idee che abbiamo sono quasi sempre contrastanti.
Ma, a ben pensare ed eliminando alcuni pregiudizi dettatici da altri, tale circostanza rappresenta il vero succo della democrazia, quello che consente ad ognuno di noi di dire liberamente la sua nel pieno rispetto delle idee dell’altro, ricorrendo semmai sempre ad atteggiamenti rientranti nella normale dialettica politica ed a forme di lotta nel pieno rispetto di quelle regole democratiche che i nostri Padri costituenti ci hanno lasciato in eredità.
Spero che tu, Cuore Padano, sia in ciò concorde ma, in ogni caso, desidero dedicarti oggi questa canzonetta, supponendo che capirai il perchè.
Per inciso ricordo che un gruppo musicale dell’area trevigiana si è dato il nome di Barbapedana, affibbiando a quest’ultimo natali veneti; falso !
Barbapedana era un milanese di Porta Tosa – oggi Porta Vittoria - e nessuno ce lo potrà mai “scippare”.
Enrico Molaschi nacque a Milano il 01 gennaio 1823 e viveva a Porta Vittoria in una modesta casa di vicolo Bindellino; morì a Milano il 26 ottobre 1911 dopo aver dedicato, da buon nonno, gli ultimi anni della sua vita ai bambini.
Ma andiamo a “El gilè”di Barbapedana, in puro dialetto meneghino, altro che veneto !


Barbapedana el gh’aveva un gilè
senza il denanz e cont via el dedree
cont i sacòcc * longh una spanna
l’era il gilè del Barbapedana.

Barbapedana el gh’aveva on s’ciopett
per sparà contrà i solda de Maomett
e ‘sto s’cioppett longh ona spanna
l’era el s’ciopppett del Barbapedana.

E da bersaglier che l’era
el sparava volentera
el sparava ‘l s’cioppetin
contra i trupp di beduin.

* cont i oggioeu longh ona spanna (variante)

traduzione

Barbapedana aveva un gilet
senza il davanti e tolto il retro
con le tasche * lunghe una spanna
era il gilet del Barbapedana
.

Barbapedana aveva uno schioppo
per sparare contro i soldati di Maometto
e questo schioppo lungo una spanna
era lo schioppo di Barbapedana.

Ed essendo bersagliere
sparava volentieri
sparava con il schioppo
contro le truppe dei beduini.

*con gli occhielli lunghi una spanna (variante
)

E’ da ricordare che, a quel tempo, l’Italia stava invadendo la Libia e questa filastrocca molaschiana va ad inquadrarsi proprio in quel periodo storico.

BUON inizio Primavera a “CUORE PADANO”, a tutti gli amici del “BLOG” ed anche a coloro che non la pensano politicamente come me ma che hanno, comunque, a cuore il poter vivere nel nostro Paese in una piena e consolidata democrazia.
Che oggi va scemando di giorno in giorno.
Vi chiederete cosa c'entri io con Barbapedana; un ricordo di bambino, vecchi ricordi della Milano del tempo che fu, quando si era felici tutti , anche coloro che, come cantastorie, sbarcavano il lunario con i pochi centesimi raggranellati nelle varie osterie dove si esibivano.
Ve lo racconterò.

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