venerdì, marzo 20, 2009

Un processo mediatico - 3

UN PROCESSO IMMAGINARIO

BASATO SU FRASI COMPROVATE

Resoconto della terza udienza

Continua la lunga pagina delle sortite di Frottolone;

l’aula è ancora piena anche per la presenza di un largo numero di osservatori provenienti da tutto il mondo, attirati da questo singolare processo.

C’è una innovazione; la scritta

LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI

che non rappresentava più la realtà dei fatti, specie per questo imputato,

è stata sostituita da quest’altra

GLI UOMINI GIUSTI DICONO LA VERITA’ PER NASCONDERE LE MENZOGNE

I POLITICI DICONO LE MENZOGNE PER NASCONDERE LA VERITA’

 

18 – 3 gennaio 1996

“ Vi confermo che il Polo è unito sotto la stella polare dell’interesse del Paese”.

Presidente:

Siccome lei parla spesso a vanvera o per enigmi che poi scioglie secondo il verso  che più le conviene, ci spieghi cosa volesse alludere con questa frase.

Imputato ancora impunito:

Volevo ribadire a coloro che non l’avessero ancora compreso che il mio partito, assieme ai miei tanti alleati,  ha approvato in Parlamento leggi e decreti-legge nell’esclusivo interesse del popolo italiano, anche di quella minima parte che non mi ha votato.

Presidente:

a dire il vero non sembra che sia stato proprio così ma, giustamente, visto che ancora non è proibito affermare panzane anche colossali, diamola per buona, nonostante che vi siano queste leggi, definite “carogna”, i cui beneficiari sono solamente alcune persone; per non dire a favore di una sola persona.

Diceva un ex Presidente del Consiglio che ognuno, quando supera i 40 anni, è il solo responsabile della propria faccia per cui veda un po’ lei se intende insistere su questo tasto all’infinito e non, per un sussulto d’orgoglio, dire, una volta per tutte, la verità al suo popolo.

Andiamo avanti.

19 – 19 aprile 1997- ANSA

 Mi accusano di raccontare barzellette, ma io uso parabole”

Presidente:

innanzi tutto è mio dovere farle i complimenti per aver resistito quasi un anno e mezzo dal dire castronerie pari a quelle che stiamo contestandole; un attacco di afonia o un silenzio meditato ?

Riguardo a quella in questione non posso che darle ragione; è notorio che lei ha intenzione di collocare parabole televisive in ogni dove; non solo in Italia, Spagna e nel resto d’Europa ma anche nel medio oriente.

Non è, per caso, questo il motivo per  cui ha inviato delle nostre truppe in Iraq per la sua ricostruzione – quella del mattone è stata sempre la sua ossessionante passione – e per fare installare tante parabole su ogni minareto.

Ma come è andata a finire; spese pazze per nulla.

Certo non può dirsi che lei sia un risparmiatore con i soldi della collettività.

E questo è un reato gravissimo che peserà come un macigno non solo sulla sua coscienza, ammesso e non concesso che ne abbia ancora una, ma anche sulla storia che verrà scritta in avvenire.

Imputato:

le sue sono parole immotivate; lei lo sa bene quanto io ami la libertà tanto che in suo nome ho confezionato  ben due partiti: prima la Casa della Libertà e poi Il Popolo della Libertà.

Presidente:

già ha fondato, unendoli, una Casa del Popolo ma della libertà non se ne intravede nemmeno l’ombra.

Un eventuale terzo partito come potrebbe chiamarlo ?

Liberi tutti o Tutti liberi ? Come si dice al giuoco dei quattro cantoni ?

Il suo non è altro che un giuoco di parole che, gratta gratta, si scopre come sotto sotto non ci sia proprio un bel nulla se non, come unica eccezione, il poter avere da parte sua le mani libere di fare quel che più le interessa e libere da eventuali manette.

20 – 11 marzo 1999

“Presenteremo un progetto di legge che impone ai pentiti di mafia di dire tutto nel primo mese, poi basta”.
Presidente:

Meno male che qualcuno si è opposto a questo folle progetto portato avanti per favorire qualcuno molto vicino a lei perché, così legiferando, nessuno, dico nessuno, avrebbe più acconsentito a “cantare” su episodi addebitabili ad una delle varie mafie.

E cosa glielo avrebbe fatto fare, tenuto conto che cadevano tutti quei sistemi di difesa delle persone pentite e delle loro famiglie: anonimato, trasferimento in zone segrete e pagamenti in danaro per aiutarli ad introdursi  nella nuova vita ?

Imputato:

se non proprio un mese quanto meno stabilimmo poi di allargare il periodo del “canto” a sei mesi onde evitare il c.d. “pentimento a rate”.

21 – 01 ottobre 1999 – Maurizio Costanzo show

“Borsellino? Francamente non l’avevo mai sentito nominare.

Come il 99% degli italiani, ho avuto contezza della sua esistenza il giorno in cui è stato ucciso dalla mafia”.

Presidente:

Le debbo contestare che il suo grande amico Dell’Utri, in data 1 ottobre 1997, in una trasmissione diretta da Piero Chiambretti, ha detto queste testuali parole.

“Le garantisco che la mafia non esiste.

Non è che tu vai in un posto, bussi e chiedi: E’ qui la mafia?- “ 

Non ha un direttore generale.

La mafia è uno stato d’animo”.

Quindi lei, affermando che Borsellino è stato ucciso dalla mafia, sconfessa dopo due anni il suo amico, profondo conoscitore di quanto avviene nella Sicilia occidentale dove vige il detto: “non si muove foglia che mafia non voglia”.  

E poi come fa a dire che ha preso conoscenza del nome di Borsellino il giorno in cui venne ucciso – 11 luglio 1992 – quando  in data 21 maggio 1992 – due giorni prima della strage di Capaci – aveva rilasciato a due giornalisti francesi in cui parlava del duo Dell’Utri – Mangano, entrambi sotto inchiesta seguita da altri magistrati; il primo suo grande amico e fondatore della Casa della Libertà ed il secondo un suo dipendente quale stalliere nella villa di Arcore.

In quella intervista si parlò di un traffico di droga – Mangano in realtà era una testa di ponte al nord della famiglia di Pippo Calò – e nell’inchiesta venne inserito in un primo momento anche il suo nome, in seguito escluso.

Comunque c’è qualcuno che pensa ancora male di lei perché quando Mangano parlava di “cavalli” sembra che si riferisse a partite di droga, chiamate in gergo anche “magliette”.

Comunque non ha importanza; bugia più, bugia meno, ben poco cambia nel quadro generale della sua situazione.

Si prospetta adesso un altro lungo silenzio perché la prossima frase in contestazione risale a questo nuovo secolo, precisamente nell’anno 2002.

 

Nessun commento: