mercoledì, marzo 18, 2009

Un processo mediatio - 2

UN PROCESSO IMMAGINARIO

BASATO SU FRASI COMPROVATE

Resoconto della seconda udienza

Si ricompone il collegio giudicante e si procede  con la lettura dell’elenco delle frasi imputate al cavalier  Frottolone.

14 – 3 marzo 1995 – al Maurizio Costanzo (tessera P2 n. 1819) Show:

Le mie 5 ville in Sardegna? Ho cinque figli, devo pensare anche a loro..-“

Ella ha avuto la tessera P2 n. 21816) ?

L'imputato alla precisa domanda risponde affermativamente.

Come mai allora, avanti il Tribunale di Venezia negò di essere iscritto e di non aver mai dato alcun contributo o comunque versato del denaro alla loggia massonica P2 ?; venne imputato e condannato in primo grado per falsa testimonianza, un grave reato ma poi s’è salvato per una provvidenziale amnistia.

Ed ora ammette tutto in maniera tracotante come in segno di sfida.

Imputato:

vede, sig. Presidente, oggi ho tanto di Lodo Alfano che mi permetterebbe di consumare reati a bizzeffe ma io sono sempre stato un uomo probo, semmai è l’opposizione che si ostina a darmi del poco di buono forcaiolo.

Il Presidente:

ritorniamo sulla storia delle sue cinque ville e risponda seriamente perché qui, in questa sede, non siamo al Club dei Piduisti dove è ammesso di tutto, anche atti di stampo eversivo.

Ci dica poi se, visto che lei ha il potere di moltiplicare a suo favore i soldi se è riuscito a moltiplicare anche il numero delle sue ville tanto per chiarire alcuni punti ancora oscuri.

L’imputato

“ Mi consenta , confermo che in Sardegna sono sempre le stesse salvo la trasformazione di una specie di fienile in un “nuraghe”, ne ho altre sparpagliate nel mondo specialmente in Paesi dove sono di moda i “paradisi” ma io non so nulla, me le hanno intestate a mia insaputa e già che me le sono ritrovate che potevo fare ? Me le sto godendo ricevendo in ogni dove persone illustri e potenti ed anche, tanto per ammazzare il tempo, una serie di donzelle; siamo uomini o caporali ?”.

Il Presidente:

le dò un consiglio, per amore di giustizia, glielo debbo dare; la smetta di affermare che era inconsapevole di tanti eventi fatti a suo nome e contro la sua stessa volontà.

Non è concepibile che ciò accada proprio a lei di una meticolosità che varca ogni limite dell’immaginazione.

Per esempio, a Genova, prima del G8, ebbe ad interessarsi in prima persona sino al punto di vietare alle famiglie ivi residenti di stendere nei carugi le mutande nonché ogni altro tipo di biancheria che di norma, in mancanza di altri spazi a ciò idonei,  vengono esposte al sole, all’aria aperta, per asciugare.

E’ sempre la stessa solfa: non sapeva delle bustarelle passate di mano da dirigenti Mediaset alla Guardia di Finanza perché il verbale fosse redatto in un modo piuttosto che in un altro, non sapeva che la villa di Arcore…..lasciamo perdere perché altrimenti dovrei fare un lunghissimo elenco di fatti non certamente definibili come decenti.

Passiamo alla successiva.

15 – 20 luglio 1995

“ Il conflitto di interessi se lo sono inventati i miei avversari”

Imputato:

“ Perché non è vero che l’hanno tirato in ballo loro ?”

Non giochi con le parole; certo che è così ma non se lo hanno di certo inventato; tanto che proprio lei ha ordinato ad un ministro di predisporre, more solito, una legge, del tutto fasulla perché non centrava il problema effettivamente esistente, proprio per tacitare quell’accusa contro di lei da tutti i politici seri esistenti al mondo..

Ma lo sa o no che lei è incompatibile nonostante la legge Frattini che ha chiuso solo un buco ma non tutta la voragine che sta sotto di lei.

Ma di ciò ne parleranno, a tempo debito, altri ed in altre sedi non solo giudiziarie.

16 - 10 ottobre 1995

“Sono un grande estimatore della magistratura”

Detto da lei questa frase costituisce un grave oltraggio per tutti noi magistrati.

Imputato:

“I miei avvocati, una quarantina in tutto, dopo una lunga serie di assemblee sulla tematica conflittuale tra me e voi, tenutesi in contemporanea sia a Milano che a Roma, hanno convenuto che era necessario che dicessi proprio così.

Io quella frase non volevo dirla ma mi hanno in un certo qual modo costretto per calmare le acque torbide che stavano circondando la mia “venerabile” persona.

E’ bastata guardare la faccia feroce dell’avv. Ghedini, che già spaventa anche quando è allegro, per decidermi a dirla”.

Non ci credo ma mi spieghi: il venerabile non era un’altra persona ? Ha preso lei il suo posto ?

Imputato:

“Si e no; ma voglio essere chiaro. Oramai quel Gelli lì era “bruciato” ed allora ho ritenuto di prendere io il suo Piano  ed attuarlo pezzo dopo pezzo.

Se ne accorgerà tra poco con la legge sul riordino della Giustizia.

I giudici, rossi,verdi e gialli verranno collocati tutti sotto il mio diretto controllo, anche lei sig. Presidente !”.

Pubblico Ministero prenda nota di quanto affermato impunemente dall’imputato ed apra seduta stante un procedimento penale per direttissima per oltraggio alla Corte. Imputato:

“ma io non volevo dire quello che ho detto e, forse, lei ha equivocato anche se io, eletto dal popolo, accetto solamente il giudizio elettorale del Popolo della Libertà che vuole che io sia libero di fare e dire quello che voglio in barba a certe leggi filo-comuniste”.

La seduta viene sospesa perché l’aula è sommersa dagli schiamazzi dei manipoli di fans del Frottolone.

Riprende dopo che l’aula è stata sgomberata dalle Forze dell’Ordine.

17- 18 dicembre 1995- Corriere della Sera.

“Io all’opposizione mi sento un pesce fuor d’acqua. Se perdessi finirei per lasciare la politica”.

Giudizio saggio ma siccome in lei questa parola non ha senso alcuno, eccola ancora qui; e poi lei non è un pesce ma un caimano, come giustamente l’ha definito qualcuno.

Chiudiamo qui perché per oggi basta e l’ammonisco di non portarsi dietro alla prossima udienza la sua solita claque.

Ho visto che sono sempre gli stessi; le sono sempre dietro dovunque ella vada.

Come i famosi carri armati che, sempre gli stessi, precedevano l’arrivo di Mussolini in ogni piazza che doveva visitare; per far vedere a lui che eravamo ben armati e pronti ad entrare in guerra.

E mandammo le nostre truppe in Russia, d‘inverno, con gli scarponi dalle suole di cartone !

Con lei è lo stesso, sempre le stesse teste di….faccia lei ; a pagamento ?

 

 

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