lunedì, aprile 20, 2009

Terremoto in Abruzzo - 1

TERREMOTO IN ABRUZZO
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Sui miei blog
RIFLESSIONI MATTUTINE
e
IL DOVERE DI COMUNICARE
ho pubblicato ieri, 18 aprile 2009, un post
avente come titolo

GIULIANI ED IL TERREMOTO
Sul secondo dei blog più sopra meglio specificati
“IL GEOLOGO”
ha voluto inserire un suo commento per chiarire alcuni punti alquanto controversi introducendo anche, rispetto ad altri interventi, sotto il punto 3. del suo scritto - fermo restando il suo parere negativo sulla possibilità di potersi, allo stato delle ricerche in materia, prevedere il verificarsi di un terremoto ed il suo epicentro - un’annotazione
molto interessante che è sfuggito ai più, governanti e media compresi.
Anche se la circostanza che il vecchio Ospedale costruito molto tempo prima del “nuovo” San Salvatore sia rimasto in piedi mentre quest’ultimo si è sbriciolato lasciasse spazio ad una sola congettura: quella che le cause della rovina totale di molti edifici fossero, più che le pur forti scosse sismiche, le tecniche ed i materiali usati per la loro edificazione.
Ma ecco il commento
"Riguardo al discorso politico...fate voi
(mi riferisco alle 2 fazioni di destra e sinistra).
Riguardo alla parte scientifica ti posso chiarire un pò le idee:
1. I terremoti allo stato attuale non possono essere previsti;
2. Le ricerche di Giuliani sono a carattere sperimentale e finchè non sono riconosciute scientificamente bisogna stare attenti (questo non significa che non sono buone) ma significa che vanno verificate attentamente;
3. e questo è il punto più importante, indipendentemente da Giuliani, quel terremoto non era tanto distruttivo come ci si vuol fare credere, li avrebbero dovuto resistere tute le case costruite con un minimo di criterio, tent'è vero che alcune case vecchie palesemente non antisismiche hanno retto.
E' mio parere che il discorso Giuliani sia solo marginale, l'Italia è un paese a rischio sismico, e Giuliani o non Giuliani si prevedono molti altri terremoti di tale magnitudo o anche più forti, in Abruzzo e altrove, e non si può dire noi non sapevamo."
f.to Il Geologo
Un commento preciso che si può condividere e, pertanto, non posso che ringraziarlo.
Il fatto è che una volta appresa la tragedia abruzzese e sentito dalla viva voce di alcuni superstiti esplicite accuse nei confronti di chi avrebbe dovuto svolgere un certo tipo di informazione, dando per esempio suggerimenti atti ad evitare che le case cadessero addosso agli abitanti, mi è subito venuta in mente un’altra precedente sciagura, quella causata dal crollo della diga del Vajont.
Era la sera del 09 ottobre 1963 quando un costone, staccandosi improvvisamente dalla montagna che conteneva un bacino d’acqua, per effetto del suo violento ed imponente impatto, fece tracimare il suo contenuto oltre la diga che per effetto dell’urto si spaccò in più punti..
L’acqua, come un torrente di enormi dimensioni e con una velocità spaventosa defluì a valle distruggendo paesi e tutto quanto trovò davanti a sé.
I morti furono 1.910 ed i danni a cose incalcolabili, senza contare lo sconvolgimento del sistema eco- ambientale causato nella zona.
Allora, precisarono le cronache ed i tecnici prontamente officiati dai magistrati inquirenti, furono commessi tre fondamentali errori umani:
- l'aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico;
- l'aver innalzato la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza;
- il non aver dato l'allarme la sera del 9 ottobre per attivare l'evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio di inondazione.
Come si può constatare, senza alcun tono polemico in presenza di sciagure di siffatta imponenza, viene del tutto ovvio pensare come le precedenti sciagure non ci abbiano insegnato proprio un bel nulla.
Con la differenza che quanto accaduto oggi deve ritenersi ancor più incomprensibile atteso che allora la Protezione civile non esisteva anche se oggi, pur esistendo, ha mancato colpevolmente nel suo primo ed essenziale compito: quello della prevenzione.
Prevenzione che, in caso di terremoti, non può che essere una serie di esercitazioni e di lezioni affinchè la popolazione sappia in caso di necessità come comportarsi senza attendere suggerimenti provenienti dall’alto.
E L’Aquila non è un paesino; esistono in loco Autorità di un certo peso che forse non sapevano nemmeno loro come comportarsi.
A latere c’è la questione affrontata anche da Il Geologo sulla impossibilità di prevedere il verificarsi dei sismi tellurici.
Lo farò in una seconda parte perché la questione prettamente scientifica si interseca con quella prettamente politica-operativa.
segue

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