martedì, maggio 05, 2009

Dalla serie "I fuori di testa" - 1


Dalla serie
“I FUORI DI TESTA”

che
ONORANO L’ITALIA AGLI OCCHI DEL MONDO
NEGATIVAMENTE

Foto ANSA

«MUSSOLINI: BRAVA PERSONA»
Sconcertanti dichiarazioni del senatore Pdl Marcello dell'Utri:
“Mussolini non fu dittatore spietato e sanguinario, perse la guerra perche' fu troppo buono, fu blando sulle leggi razziali e i repubblichini furono i partigiani di destra, perche' lottarono per un ideale”.
Detto da lui che spacciò come originale un falso diario del Duce c’è proprio da crederci.
La Storia dice cose diverse , checché ne dica questo personaggio.
Marco Travaglio, scrive oggi una lettera a Beppe Grillo, che la pubblica sul suo Blog.
La lettera riguarda la recente conferma della condanna a due anni per tentata estorsione a carico del Senatore Marcello Dell’Utri in un processo riguardante i fatti connessi con alcune sponsorizzazioni.

Caro Beppe,
vorrei comunicare a tutti gli amici del blog l’ultima notizia scomparsa di una lunga serie. Il 15 maggio 2007 la III Corte d’appello di Milano ha condannato il senatore forzista Marcello Dell’Utri e il boss della mafia di Trapani Vincenzo Virga a 2 anni per ciascuno per tentata estorsione. Nessun giornale, a parte l’Unità e il Corriere della sera, l’ha scritto. Nessun telegiornale o programma televisivo, tranne Annozero, l’ha detto.
L’Ansa, onde evitare che qualcuno se ne accorgesse, ha dedicato alla cosa ben sette righe e mezza, sotto questo titolo depistante:
“Sponsorizzazioni: confermata in appello condanna Dell’Utri”.
Come se il reato fosse la sponsorizzazione.
Nel testo, si spiegava (si fa per dire) che l’estorsione riguardava imprecisate “modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani”. Quanto a Virga, l’Ansa “dimenticava” di spiegare che è un boss mafioso, vicinissimo a Provenzano, arrestato dopo lunga latitanza nel 2001 e condannato all’ergastolo per mafia e omicidio.
Riepilogo brevemente i fatti.
Nel 1990 il presidente della Pallacanestro Trapani, Vincenzo Garraffa, medico e futuro deputato del Pri, cerca uno sponsor per la sua squadra, neopromossa in serie A2.
Publitalia, la concessionaria Fininvest presieduta da Dell’Utri, lo mette in contatto con la Dreher-Heineken.
Si firma il contratto: per 1 miliardo e mezzo di lire, i giocatori esibiranno sulle magliette il logo della “Birra Messina”, marchio italiano della multinazionale tedesca.
Garraffa paga la provvigione a Publitalia: 170 milioni.
Ma due funzionari della concessionaria berlusconiana battono cassa e pretendono da lui altri 530 milioni, in nero.
In pratica, Publitalia vuole indietro la metà del valore della sponsorizzazione, ovviamente sottobanco.
Garraffa rifiuta e, ai primi del ’92, incontra Dell’Utri a Milano.
Gli spiega di non disporre di fondi neri e di non poter pagare senza fattura.
Dell’Utri – come denuncerà Garraffa – lo minaccia: “Ci pensi, abbiamo uomini e mezzi per convincerla a pagare”.
Garraffa non paga.
E, qualche settimana dopo, riceve nell’ospedale di cui è primario una visita indimenticabile: quella del capomafia Vincenzo Virga, scortato da un guardaspalle.
Virga è di poche parole: “Sono stato incaricato da Marcello Dell’Utri e da altri amici di vedere come è possibile risolvere il problema di Publitalia”.
Garraffa ribatte: “Senza fattura, non intendo pagare”.
E Virga: “Capisco, riferirò. Se ci sono novità, la verrò a trovare…”.
L’anno seguente la Pallacanestro Trapani, nonostante i successi sul campo, non trova più uno sponsor.
Garraffa s’inventa un’autosponsorizzazione antimafia, ovviamente gratuita, con lo slogan “L’Altra Sicilia”.
Che gli porta fortuna: la squadra viene promossa in serie A.
Maurizio Costanzo invita lui e i suoi giocatori a parlarne al “Costanzo Show”, su Canale5.
Ma poi, all’ultimo momento, cambia idea e disdice l’invito.
Garraffa ci vede lo zampino di Dell’Utri.
E denuncia tutto ai magistrati di Palermo.
Che trasmettono gli atti, per competenza, al Tribunale di Milano.
Qui Dell’Utri e Virga vengono condannati per tentata estorsione aggravata a 2 anni a testa.
L’altro giorno, la Corte d’appello ha confermato le condanne.
Ora manca soltanto la Cassazione.
Dell’Utri intanto è stato condannato definitivamente a 2 anni per false fatture in altre sponsorizzazioni gonfiate e in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Naturalmente, visto il pedigree, rimane a pie’ fermo in Parlamento e viene pubblicamente elogiato per la sua “intelligenza” da diessini dalemiani come Nicola Latorre (niente a che vedere con Pio La Torre, ammazzato dalla mafia) e ossequiosamente intervistato da giornali e tv su tutto lo scibile umano, fuorchè sulle sue condanne.
Come ricorda Daniele Luttazzi nel suo ultimo spettacolo, Daria Bignardi l’ha recentemente invitato alle “Invasioni barbariche” su La7 e ha subito premesso:
“Non parliamo dei suoi processi”.
Dell’Utri, comprensibilmente, non ha avuto nulla da obiettare.
Anzi, ha aggiunto che il suo giornalista preferito è Luca Sofri.
Che, guardacaso, è il marito della Bignardi.
Ecco, dei processi di Dell’Utri è meglio non parlare mai.
Il senatore ha uomini e mezzi per convincere.”
Marco Travaglio

Roba vecchia, direte; ma la testa è sempre la stessa e poi, diamine, è il fondatore di
FORZA ITALIA
e siede ancora in Parlamento.
Già, eventi questi che accadono solo in Italia e in tutti gli altri Paesi dove nei vocabolari , ma anche nelle vicende politiche e sociali, non esiste la parola
DEMOCRAZIA.
Quella che oggi esiste in Italia viene spacciata come tale ma in realtà è una speciale forna di dittatura che non è nemmeno della maggioranza ma del capo di essa.

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