giovedì, maggio 21, 2009

I due pesi della legge

Un corruttore. No: non di minorenni.

Oggi non parliamo di quello.

 Di falsi testimoni pagati per mentire: questo dice la sentenza Berlusconi-Mills, cinquecento pagine di documenti interni alla Fininvest firmati da manager del gruppo che provano come il capo del governo abbia pagato 600mila dollari un suo ex consulente, un tipo che gli aveva appena costruito 64 società off shore utili a occultare patrimoni all'estero, David Mills. 600mila dollari per garantirsi l'impunità nei processi a suo carico.

«La mia testimonianza aveva tenuto mister B. fuori da un mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo. 600mila dollari furono messi a mia disposizione».

Ecco, queste le parole esatte scritte nero su bianco in una lettera di Mills al suo commercialista.

Quindi sappiamo ora ufficialmente due cose che in via informale sapevamo già: che Papi - qui chiamato Mister B. - compra (paga, promuove, nomina, estingue i debiti: dipende) favori e silenzi e a cosa serva esattamente il lodo Alfano.

Sul primo punto: la tentazione di corrompere col denaro e con le lusinghe del potere deve essere molto forte per chi disponga di enormi quantità di denaro.

Non irresistibile, naturalmente, ma in tempi deboli: forte.

 La tentazione tende a fare l'uomo ladro.

È questa la ragione per cui, in generale, sarebbe preferibile che chi governa un paese fosse persona sobria e non dedita a fasti imperiali.

 Va inoltre osservato che per corrompere bisogna trovare sul proprio cammino sempre e solo persone che si lasciano comprare.

 Accade spesso ma non sempre, resta un margine di rischio e sovente, quando non si riesce a zittire col denaro, gridare al complotto risulta poco credibile e inutile.

Più semplice sarebbe sottoporsi alle regole comuni, quelle che valgono per tutti. Alla tentazione che rende ladri esiste un antidoto certo: il rispetto della legge.

 Ecco qua il secondo punto, a cosa serva il lodo Alfano.

Approvato in 25 giorni come primo atto di questo governo il lodo Alfano dice che tutti rispondono alla legge dei loro reati tranne alcuni.

Berlusconi, per esempio, no.

Nelle pagine interne spieghiamo esattamente quali siano le regole - della concorrenza, del mercato, dei principi liberali - violate dal Presidente del Consiglio solo per quel che riguarda questo ultimo processo.
Il lodo Alfano dice che l'immunità «opera per l'intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile, salvo il caso di nuova nomina nel corso della stessa legislatura né si applica in caso di successiva investitura in altra delle cariche o delle funzioni».

 Poiché il prossimo presidente della Repubblica lo eleggeranno le nuove Camere e non queste bisogna dunque chiedersi subito che cosa succederà nei prossimi mesi: come farà il premier a mantenere l'immunità quando terminerà il suo mandato? Pensa di essere nominato al Colle come nel Grande Fratello?

Di essere eletto presidente della Repubblica con televoto?

Difficile.

Vorrà cambiare la Costituzione, piuttosto.

Le domande oggi non sono dieci ma una, quella di Claudia Fusani: perché non si fa processare?

Dovrebbe dimettersi, come ha fatto ieri lo speaker dei Comuni a Londra, e affrontare il processo.

 Continuerà a urlare e minacciare e non lo farà.

Però dovrebbe.

Concita De Gregorio

Direttore  de l’Unità

 

 

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