martedì, maggio 26, 2009

La verità non è una multiopinione

Rashōmon

 vuol dire "La porta di Rashō", ed è una dei due principali accessi alla città di Kyōto, in Giappone.

Nell'ottobre del 1915 il ventitreenne Ryūnosuke Akutagawa scrive il racconto breve Rashōmon, uscito nel 1916 su Teikoku bungaku, rivista fondata da studenti ed ex studenti dell'Università Imperiale di Tokyo.

Trama:

A Kyōto, nel Giappone medievale, un boscaiolo, un monaco e un passante si fermano a parlare di un caso di omicidio avvenuto qualche tempo prima: la vittima è un samurai, ucciso da un brigante che avrebbe anche abusato della moglie di lui.

I tre uomini danno tre versioni diverse dell'accaduto, facendo apparire di volta in volta come responsabile il samurai, la donna o il brigante.

Ma cosa sia veramente accaduto nel bosco resta un mistero.

Il regista Kurosawa, nel 1950, ne fa un film:

una imponente parabola sulle mille sfaccettature della “verità”.

Tre testimoni, tre versioni diverse dell’accaduto con tre diversi responsabili di un omicidio !

Il carattere universale della parabola di Kurosawa è testimoniato dal film L'oltraggio (The Outrage),

girato nel 1964 da Martin Ritt, che ambienta una identica storia in uno scenario western.

Ma c’è anche uno spezzone di un film italiano del 1984 tratto dall’omonimo romanzo

Così parlò Bellavista

di  

Luciano De Crescenzo

che affronta il medesimo problema attraverso il racconto da parte di un "involontario" testimone di un furto auto a Napoli corretto a più riprese dagli altri popolani accorsi sul luogo dell’evento.

E’ il nostro punto debole.

C’è gente che vede e non viene creduto, c’è anche gente che non vede e viene creduto.

Sembra assurdo, ma è una nostra tara.

Non si crede ad una moglie che da circa un mese parla di un uomo “che non sta bene” e non viene creduta mentre pare che venga creduto chi da sempre ne ha sparato di balle a centinaia di migliaia e viene creduto e non viene curato.

Costui, il novello Amleto: parlo non parlo questo è il problema.

Una troup di consiglieri medita il da farsi ed intanto il tempo passa ma stavolta la vicenda boccaccesca ha fatto il giro di tutto il mondo ed i vari premier se la ridono di gusto.

Povera Italia dicono scuotendo la testa ed in cuor loro pensano: come si può dare affidamento ad un simile personaggio ?

Se c’è un briciolo residuo di rispetto è per l’Italia in sé ma non certo per l’uomo che attualmente fa finta di governare.  

 

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