venerdì, maggio 22, 2009

Ma cos'è questa crisi !


Un vecchio slogan pubblicitario ci martellava facendoci credere che
GALBANI VUOL DIRE FIDUCIA
Oggi Berlusconi, da quel gran venditore di fumo che ha fama di essere, continua a ripetere, mentre lui ed il suo governo stanno fermi non sapendo che pesci prendere – comunque soldi in cassa non ce ne sono più in quanto dilapidati per soddisfare le manie del capo – ci invitano ad avere fiducia e speranza.
Ma, secondo un nostro vecchio proverbio, sconosciuto dal desso,
“chi di speranza campa disperato muore”.
Ed oramai siamo proprio a questo punto.
Dopo la presa in giro pubblicitaria della Social Card, molte persone anziane si recano ai vari mercati rionali in prossimità della loro chiusura per cercare tra gli scarti un qualcosa di ancora commestibile.
Scene strazianti, più che umilianti, vedere persone di età avanzata costretti a tanto ma ancor peggio è oggi il vederli affiancati da persone ancora giovani che hanno perso il lavoro.
In un primo tempo tutti svolgevano le loro ricerche in maniera frettolosa per non farsi accorgere dai passanti, oggi non più: forse hanno compreso che non sono loro a doversi vergognare ma qualcun altro.
Venisse almeno una volta tanto, così per caso, a farsi un giro in questi mercati e se ne renderebbe conto.
Questa non è una vignetta ma una foto vera

anche se son sicuro che a questa vista avrebbe il coraggio di blaterare:

ma di cosa vi lamentate !

Sta facendo una ricerca di mercato come usano fare al mondo tutte le imprese serie dalle più piccole alle multinazionali.

Figuriamoci se non lo dicesse !

Con quella faccia di palta inceronata non direbbe alcuna altra cosa.
Questa controfigura di premier vive sempre nell’alto dei suoi castelli in aria e non si rende conto di come la vita di molti di noi sia legata ad un tenue filamento che già ha iniziato a sfilacciarsi.
Qualcuno è già passato a miglior vita, non era poi così difficile vista la situazione su questa nostra terra ed altri ne stanno seguendo le orme.
Lo sai, mi dicono, è morto ieri il tal dei tali, poveretto !
E’ questa del “poveretto” una specie di recriminazione popolare che è rimasta nel nostro comune parlare benché, a ben vedere, qualcuno ha finito di soffrire.
La vita è sacra ma c’è chi se ne frega degli altri pensando solo a sé stesso.
La crisi non c'è, ripete ogni giorno il premier.
Eppure le vendite al dettaglio a marzo sono diminuite del 5,2% rispetto a marzo 2008, mentre sono cresciute dello 0,1% rispetto a febbraio. Secondo i dati dell'Istat, la diminuzione tendenziale è la peggiore dal '97.
Lo scorso anno però le vendite avevano anche beneficiato delle festività pasquali.
Particolarmente sensibile il calo per i prodotti alimentari, le cui vendite a marzo sono scese del 5,6% rispetto ad un anno prima.

Nel dettaglio, le vendite di prodotti alimentari hanno registrato a marzo un calo dello 0,1% rispetto a febbraio e del 5,6% rispetto a un anno prima.
Per i beni non alimentari il dato risulta in aumento dello 0,2% su base congiunturale per una riduzione del 5,1% su base annua.
Nella media degli ultimi tre mesi l'indice del valore del totale delle vendite al dettaglio ha segnato una variazione negativa dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti.
Nello stesso periodo sia le vendite di prodotti alimentari, sia quelle di prodotti non alimentari hanno registrato una variazione congiunturale trimestrale negativa, pari rispettivamente allo 0,9 e allo 0,8%.

La variazione tendenziale negativa del totale delle vendite, informa ancora l'Istat, è il risultato di flessioni che hanno riguardato sia le vendite della grande distribuzione (-4,8%) sia le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-5,4%).
Nella grande distribuzione le vendite sono diminuite sia per i prodotti alimentari (-5%), sia per i prodotti non alimentari (-4,6%).
Anche nelle imprese operanti su piccole superfici entrambe le componenti hanno registrato un calo (-6,6% per i prodotti alimentari e -5,2% per quelli non alimentari).

Nel primo trimestre del 2009, il valore del totale delle vendite ha registrato una diminuzione tendenziale del 3,2%.
Le vendite della grande distribuzione sono diminuite dell'1,4% mentre quelle delle imprese operanti su piccole superfici hanno subito una flessione del 4,3%.
Con riferimento allo stesso confronto di periodo sia le vendite di prodotti alimentari sia quelle di prodotti non alimentari sono diminuite del 3,2%.

A marzo tutte le tipologie della grande distribuzione hanno segnato variazioni tendenziali negative.
La flessione più marcata ha riguardato gli esercizi specializzati (-6,2%). Tra gli esercizi non specializzati il calo maggiore ha riguardato gli ipermercati (-5,5%).
Guardando alla dimensione delle imprese, il valore delle vendite ha registrato flessioni del 6% nelle imprese fino a 5 addetti, del 5,6% nelle imprese da 6 a 49 addetti e del 4,3% nelle imprese con almeno 50 addetti.
Per quanto riguarda il valore delle vendite di prodotti non alimentari, a marzo tutti i gruppi di prodotti hanno registrato variazioni tendenziali negative.
Le diminuzioni di maggiore entità hanno riguardato i gruppi Utensileria per la casa e ferramenta (-7,6%), e Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-6,5%).

A marzo le imprese al dettaglio hanno dichiarato un numero medio di giorni di apertura pari a 26,4.
Gli esercizi della grande distribuzione sono rimasti aperti, in media, per 27,5 giorni e le imprese operanti su piccole superfici per 25,6 giorni. Rispetto allo stesso mese del 2008 si è registrata una diminuzione (meno 0,2) del numero medio di giorni di apertura sia per le imprese della grande distribuzione sia per le imprese operanti su piccole superfici.
Cosa ha da dire al riguardo ?
Che è colpa della sinistra, dei giudici rossi, di un sindacato, del Parlamento inutile.
“Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla
tua porta, nel tuo proprio specchio, e ognuno sorriderà al
benvenuto dell’altro, e dirà: siedi qui.
Amerai chiunque busserà da te perché ognuno di essi è il tuo stesso io”.
La frase non è proprio così ma ho voluto adattare il finale al caso in questione.
Il senso è lo stesso anche se chi l’ha pronunciata, un alto prelato, si riferiva ad uno straniero, povero e disgraziato anch’esso, comunque.

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