domenica, agosto 30, 2009

Civiltà


MA IN CHE MONDO VIVIAMO ?

QUALE CIVILTA’ E’ OGGI LA NOSTRA ?

C’è da porsele queste due domande relativamente a tutto il mondo ma, procedendo su queste linee, dovremmo scrivere un trattato;

anche se l’idea di farlo non è male ma non in un blog, nemmeno a puntate.

Limitiamoci al nostro italianissimo momento storico, partendo dalla nostra terra.

Definiamo questo termine oggi sulla bocca di molti, spesso a sproposito.

Tralasciando l’esegesi di questo termine, spesso usato a sproposito, oggi come oggi potremmo definirla, in breve, come l’insieme di idee e di culture, di indirizzi politici e sociali, di tradizioni ereditate dal passato proprie di una nazione libera e democratica volta ad una continua evoluzione, certamente in meglio .

L’arte, in ogni sua manifestazione, costituisce infine il fiore all’occhiello di ogni civiltà evoluta.

Facendola ancor più breve e scendendo terra terra:

quell’insieme di condizioni di vita materiale, sociale, spirituale elaborate da uno o più popoli attraverso la loro storia.

Le civiltà non sono perenni, alcune si sono perse per strada quali, a mo’ d’esempio , quella egiziana e precolombiana.

Sulla base della propria civiltà ogni nazione crea le sue regole di vita, un periodo artistico nell’architettura e nella musica, nella religione e nella politica, nell’economia e nella ricerca scientifica scrive in un suo valente articolo Piero Ottone.

Il quale ci concede una sua definizione:

“contegno civile, buona educazione, urbanità, che vanno a contrapporsi a grossolanità e barbarie”.

Feroce il suo giudizio sulla nostra attuale civiltà:

“Tutte bellissime cose, purtroppo in estinzione.

Ma non ad opera dei talebani.

A distruggere l’urbanità pensiamo noi”.

Come dargli torto ?

Allorchè i distruttori si identificano anche con chi è al potere c’è poco da stare allegri.

Viviamo in piena epoca durante la quale vige perennemente la regola del

HOMO HOMINI LUPUS

ed alla fine della lotta prevale sempre il più forte di tutti anche se non fisicamente.

Prevale il più ricco, sempre con un sorriso sulle rifatte labbra; lui non agirà mai in prima persona perché i panni, secondo lui sporchi, che osano criticarlo o che raccontano storielle poco edificanti, per non dir di peggio, sulle sue gesta di ogni tipo li fa lavare od eliminare dalla scena dai suoi fedelissimi ed obbedienti servitori.

Non è certo uno stupido !

Putin e Gheddafi gli avranno insegnato, al riguardo, qualcosa ? !?!

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