giovedì, novembre 05, 2009

Laici e Crocefisso

LAICI E CROCIFISSO

di

ROBERTO ALAJMO

Al di là della questione in sé, la guerra del Crocefisso attualmente in corso dà l’esatta misura delle forze in campo e delle rispettive attitudini.

Da una parte c’è la Chiesa e le sue emanazioni politiche trasversali, che attaccano la sentenza della

Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, sostenendo che

“il Crocefisso rappresenta la nostra cultura”.

(Tutta od in parte ?

Ed allora perché in ogni aula non c’è anche una riproduzione della Nike di Samotracia, per esempio, visto che pure dalla civiltà greca, modestamente, dovremmo provenire.

Né si capisce perché nella cattolicissima Francia il Crocefisso nelle aule non ci sia affatto).

D’altra parte c’è invece la signora finlandese che ha sollevato il problema, e praticamente basta: nessuna forza politica rappresentata in Parlamento che si schieri a difesa di questa sentenza.

Lasciare andare le cose come sono sempre andate è una reazione automatica, vista che di questione si tratta.

Ne deriva una abnorme differenza fra la potenza di fuoco di una fazione e la sostanziale arrendevolezza dell’altra.

“A me non dà fastidio “, “Nessuno può sentirsi offeso”

sono le reazioni correnti presso l’opinione pubblica di estrazione laica.

E’ comprensibile: nessuno ha voglia di combattere a favore, ma nemmeno contro un simbolo che per lui è privo di significato.

Alle forti motivazioni ideologiche di una parte, corrisponde il sostanziale agnosticismo di chi magari immagina di doversi occupare di problemi più “seri”.

Che poi è, in piccolo, il vero grande problema del centrosinistra: non si è ancora capito quali siano, invece, le battaglie che meritano di essere combattute.

Anche perché, se veramente si vuole vincere, prima o poi, bisognerebbe provare a giocare, ogni tanto.

da l’Unità di oggi

05 11 2009

Uno scritto “garbato”, senza dubbio, ma con una certa propensione ironica volta ad invitare tutte le forze del centrosinistra ad occuparsi subito ed in maniera decisa ad affrontare i gravi problemi dell’Italia di oggi e dettare la maniera di sanarli, sia pure con una certa graduazione visti gli enormi buchi esistenti nel nostro debito pubblico che impediscono di poter disporre subito, anche se solamente, per ora, in modo graduato.

Una severa graduazione delle priorità, impedendo con estrema forza e decisione che chi vuole il perdurare dell’attuale di cose favorevole a privilegiare a danno dei lavoratori i grandi patrimoni.

E’ questa, infatti, la solita perenne musica interpretata dalla banda del

“bass umett “.

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